Sperimentazione animale: sempre più i cani utilizzati
4 maggio 2017
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Sperimentazione animale: sempre più i cani utilizzati

attualità

Il numero totale di animali usati per fini sperimentali è in leggero calo, ma rimane sempre grande (quasi 600.000). In aumento, invece, l’impiego dei cani, come pure il ricorso alle procedure più dolorose. I dati si riferiscono al 2015 e sono stati pubblicati da poco dal Ministero della Salute.

Come si evince da un comunicato della Lav, nel solo 2015 sono stati 540 i cani utilizzati nei laboratori, contro i 191 del 2014, e gran parte di loro (oltre il 65%) avrebbe avuto provenienza da allevamenti situati al di fuori dell’UE. Si tratta di un dato allarmante che, rispetto ai quattro zampe da destinare alla sperimentazione animale, potrebbe portare all’annullamento di piccoli ma importanti miglioramenti introdotti in Italia, adeguandosi a un testo fotocopia della famigerata direttiva europea, con il rischio che riaprano canili-lager come, ad esempio, quello di Green Hill.

Stando ai dati del Ministero, gli animali maggiormente “preferiti” per l’impiego in laboratorio sarebbero, comunque, i topi (373.483). In aumento il numero di conigli (da 7.059 a 8.837), di suini (da 1.541 a 1.681) e di ovini (da 74 a 165), mentre l’utilizzo dei macachi avrebbe registrato un calo, anche se il loro numero rimarrebbe consistente.

occhio

“Incettabile, inoltre, che quasi la metà delle procedure – si continua a leggere nel comunicato Lav – appartenga alle categorie di dolore moderato o grave, con un tragico aumento di quelle classificate con il più alto grado di dolore, dove per grave si intendono sperimentazioni che comportano dolore e angoscia prolungati che possono comportare il non ricorso all’anestesia, come lesioni spinali, stimolazioni elettriche, nuoto forzato e perfusione di organi, con conseguenze come paralisi, tremori, incontinenza, ulcere, convulsioni e collasso”.

Per evitare questo scempio, da anni la Lav finanzia progetti in vitro che non facciano ricorso agli animali, ma questo sembra non bastare. “Per questo, quindi, abbiamo recentemente lanciato una raccolta firme per chiedere al Governo di stanziare il 50% dei fondi per la ricerca allo sviluppo dei metodi sostitutivi (http://www.lav.it/petizioni/zeroanimali-nella-ricerca). Dobbiamo rivolgerci ai metodi non animali, non perché lo vogliono gli animalisti, ma – dichiara la Lav alla fine della nota – perché lo dice la legge e per dare concrete speranze ai malati e al nostro pianeta, sempre più inquinato e tossico per tutte le specie che ci abitano”.