Tempo d’estate, tempo di abbandoni
16 luglio 2015
2 min

Tempo d’estate, tempo di abbandoni

abbandono attualità

Sarebbero in media ben 50mila i cani – mentre 80mila i gatti – abbandonati in Italia ogni anno, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti. E ovviamente questo periodo, caratterizzato dalla partenza per le vacanze estive, risulta uno di quelli che fa registrare le punte massime di abbandoni (25-30%), assieme pure a quello subito dopo l’apertura della stagione venatoria, con il 30% dei cani abbandonato perché non bravo a cacciare. 

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È quanto riportato da un comunicato della Lega anti vivisezione (Lav) che, per arginare il problema, invita cittadini e istituzioni ad adottare indispensabili azioni di prevenzione, come le adozioni “consapevoli” dai canili, la sterilizzazione (per evitare riproduzioni fuori controllo), il cane libero accudito: un’alternativa alla vita da reclusi, anche per i randagi che non trovano una famiglia disposta ad accoglierli in casa. “Si tratta – si legge nella nota – di una soluzione prevista da alcune leggi regionali di attuazione della Legge Quadro n.281/91 e dalla Circolare n.5 del 14 maggio 2001 del Ministero della Sanità, che può essere istituita dal Sindaco, primo responsabile del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio comunale (art.3 Dpr 31 marzo ’79)”.

A parte costituire un reato, l’abbandono comporta un dispendio di denaro pubblico che ricade sull’intera collettività, considerano che per ogni cane ospitato in canile ogni Comune paga circa 1.000 euro all’anno. E se si pensa che nei canili italiani ci sono circa 200.000 quattro zampe, le proporzioni del fenomeno risultano davvero rilevanti.

“La scelta di vivere con un animale non sempre è ponderata con responsabilità, e il cane, o il gatto (ma anche altri animali) una volta rivelatisi ‘impegnativi’ o costosi, vengono abbandonati”, si continua a leggere nel sito della Lav. Per questo motivo, al fine di contrastare questa piaga, l’associazione animalista propone alcune misure tese a riformare la Legge 281/91 (Tutela animali d’affezione e prevenzione del randagismo) attraverso, ad esempio, il libero accesso di cani e gatti nei luoghi pubblici e nelle strutture turistiche, detrazioni fiscali su cibo e spese veterinarie per chi adotta un cane o un gatto, l’inserimento di cani e gatti nel certificato di “stato di famiglia”.