ALLEVAMENTO AMATORIALE CAVILLIER

Cecchina (RM)

Descrizione

Nell’ampio panorama della genesi canina, mai l’uomo si è trovato, nella sua indiscussa ed incrollabile fede sulla sua superiorità intellettuale e comportamentale, a dover fare i conti con il proprio “io”
accovacciato e nelle insane vesti di quadrupede dal pelo corto intento a squadrarlo per carpirne qualunque suo pensiero.
Se poi il singolare stadio metamorfico del nostro “io” oltre a quattro zampe è dotato di uno spiccato senso del gioco, della fedeltà e dell’assoluto possesso del luogo ove dimora, che è sfortunatamente anche il tuo domicilio, allora è impossibile sbagliarsi, si tratta di un Bovaro dell’Appenzell !
Prima di scegliere sulla forma e tipologia che vorrete dare al vostro “io animale”, ovvero quello che dovrebbe farvi riflettere sull’amore verso il prossimo e il genere umano, date magari un’occhiata a qualche manuale sulle razze canine: e qui che inizia il tragitto verso l’ignoto !
Il manuale non è che la soglia del “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate” nel quale del tutto ignari di ciò che sta per accadervi,scorgete un esemplare di dimensioni non eccessivamente proibitive per la vostra casa, dal pelo corto bianco e nero, con una postura fiera e la coda all’insù, zampe di color nero con spazi bianchi proprio in prossimità delle dita quasi fossero “ghette” e pensate subito ad un soldatino napoleonico ordinato e sempre all’erta.
Incuriositi volete saperne di più e scorgete la dicitura che sembra togliere ogni vostro dubbio sull’affidabilità di quel dio canino sceso sulla Terra per trasformarvi in un felice padrone: “Bovaro dell’Appenzell, cane-pastore svizzero”! vi dite con certezza “è lui !” quasi foste dinnanzi all’altare il giorno del vostro matrimonio pronti ad annunciare al resto del mondo la vostra imminente felicità !
Fugate ogni vostro dubbio sulle cure che dovrete riservargli pensando sempre alla sua natura di pastore delle ampie vallate e alture svizzere e quindi di “cane-soldato” nei secoli fedele e per nulla risentito di qualsiasi vostra mancanza; così imboccate senza saperlo il “tunnel dell’autoconvincimento” ripetendo a voi stessi che in fondo è il miglior risultato che potevate raggiungere nella faticosa scelta di un fedele “compagno” di vita.

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