Dalmata

Dalmata

  • Taglia media
  • Razza non pericolosa
  • Razza non riconosciuta ENCI

Caratteristiche Dalmata

Facilità di formazione
Difesa territorio e persone
Adatta ai bambini
Cura e perdita pelo
Perdita bava

Descrizione

Il Dalmata è una razza divenuta famosa al cinema per il noto film di animazione. Le sue doti venatorie sono state “oscurate” da quelle di attore, ma il Dalmata conserva le sue origini di abile cacciatore.

Il Dalmata possiede una grande forza fisica ed un’agilità sorprendente, caratteristiche che lo hanno reso in passato un ottimo ausiliare in ambito venatorio. Molto festoso e gioviale, il Dalmata necessita di un costante contatto con il proprio padrone, al quale è molto affezionato e fedele.

Dal punto di vista “pratico”, è una razza che si presta abbastanza bene all’addestramento poiché è molto intelligente e sensibile ed è anche un eccellente compagno di giochi dei bambini, con i quali si presta a “sopportare” di tutto.

Uno dei maggiori problemi di salute del Dalmata è la propensione alla sordità congenita. L’8% dei cani di questa razza sono sordi da entrambe le orecchie ed il 22% sono sordi da un orecchio. La Tiroidite autoimmune è piuttosto frequente in questa razza canina ed affligge il 10.4% dei Dalmata. La displasia dell’anca è invece relativamente poco diffusa, colpendo solo il 4,6% di questi cani. I cani di razza Dalmata sono anche predisposti geneticamente alla formazione di calcoli renali, per via di un difetto nel metabolismo dell’acido urico. Tutti questi problemi hanno precipitato un crollo della popolazione di esemplari Dalmata negli USA: nel 1993 furono registrati 42.816 cani con lo American Kennel Club, mentre nel 2008 solo 983 cani furono registrati.

 Il prezzo di un cucciolo di Dalmata varia tra i 500€ e gli 800€.

Il Dalmata appartiene al Gruppo FCI 6 dei Segugi e razze correlate come anche il Beagle, il Billy, il Segugio Austriaco, l’Harrier e il Segugio della Transilvania.

Origine

Il Dalmata è una razza molto antica le cui origini sono incerte, alcuni autori sostengono che discenda dal Bracco del Bengala, una razza ormai estinta, ma questo negherebbe la sua nazionalità.
Grazie al film della Walt Disney “La carica dei 101”, la razza è diventata molto popolare.
Il Dalmata appartiene ad un’antica razza che non sembra recare alcuna traccia di intervento umano come invece è successo per numerose razze moderne.
E’ giunto fino a noi come un retaggio del passato, col suo aspetto “originario” ed elegante, come le sue vistose macchie, curiose e strane come le striscie sul manto della zebra.
E’ un cane insomma che sarebbe sopravissuto quasi immutato dall’alba della storia, ritratto addirittura da un artista del Magdaleniano (13.000 anni a.C.) in un “bastone forato” in corno di renna lungo 7,3 cm e proveniente dall’Abri Morin nel dipartimento della Gironda (Francia). Vi è raffigurata una fila di sette teste di profilo a destra, che presentano tutte caratteristiche comuni: muso quadrato, occhio tondo, punteggiature irregolarmente disposte. Certamente l’aspetto generale è molto sommario, le figure stilizzate quasi geometriche; ma nulla ci vieta di pensare che l’artista del Paleolitico abbia avuto accanto a sé il nostro cane macchiato e lo abbia voluto immortalare nel tempo.
Ma quale ne è la terra d’origine? Sono state avanzate varie e differenti teorie: non possiamo asserirlo con sicurezza, ma esiste la possibilità che il Mediterraneo orientale sia stato la culla della razza, diffusasi poi in India e, a ovest, verso l’Europa. Ne potrebbe essere la prova una statuetta in terracotta rinvenuta fra le rovine di Micene risalente al 1600 a.C. raffigurante un cane con orecchie dritte, corpo bianco a macchie rotonde nere. E ancora all’area meditteranea ed ancor più indietro nel tempo riporterebbero due dipinti databili rispettivamente al 3000 ed al 2000 a.C. provenienti l’uno dalla tomba di Redmera a Tebe, l’altro da quella del faraone Roti nella valle di El Assasif. Nel primo sono riprodotti esemplari (facenti parte di un tributo) fra cui un levriero, un mastino ed un cane macchiato tipo Dalmata.
Nel secondo il nostro cane fa bella mostra di sé al seguito di un cocchio in un’evidente scena di caccia. Non si può prendere con assoluta certezza il fatto che ogni cane a mantello bianco a macchie nere o rosso o bruno sia senz’altro un Dalmata, credo tuttavia che molti di essi possano essere stati i progenitori dell’attuale cane macchiato, dato poi che la maculatura dei Dalmata di allora non sarà stata netta e regolare come l’odierna. Certo è che esemplari facilmente giudicabili come soggetti di razza Dalmata si trovano in un dipinto databile al 1360 a.C. nel Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella a Firenze, dove i nostri cani maculati attaccano ferocemente dei lupi.
I pittori olandesi ci hanno tramandato bellissime immagini del Dalmata, in alcuni casi con una maculatura che si avvicina di più alla odierna di quanto appaia in dipinti di epoca più recente. Il fiammingo Gerard ter Borch dipinse una scena del congresso di Münster (1647) un dettaglio della quale rappresenta il Delfino di Francia con un cane la cui appartenenza alla razza Dalmata è indiscutibile.
E ancora due Dalmata furono protagonisti del celebre quadro di Francesco Castiglioni che si tro va nel castello di Berchtsgaden ai confini della Baviera (1695).
E’ intitolato “Cani da caccia e loro addetti”; ciò che colpisce di più è l’atteggiamento del Dalmata che sta in grembo al ragazzo che si occupa dei cani, abituale per quasta razza che crede spesso di essere “da grembo”.
E’ da annotare una presunta origine indiana, più precisamente bengalese, per analogia con una razza locale di cani da caccia simili al dalmata per la pezzatura. Da ciò deriva una denominazione in cui, ancora oggi, ci s’imbatte per definire il Dalmata. “Segugio del Bengala”. Ma, a onore del vero, questi segugi hanno sempre avuto il fondo del mantello fulvo mentre il Dalmata lo ha bianco puro.
In Inghilterra, pare, fu introdotto agli inizi del Seicento, chi dice dall’Italia, chi dal territorio della ex Jugoslavia, al seguito di zingari, di acrobati o di artisti del circo. Secondo le osservazioni di Bewick riportate nel libro di Jesse (1857), il Dalmata è originario della Dalmazia da dove, successivamente, fu trsferito in Italia. E’ indubbio che l’Inghilterra abbia comunque il merito di aver saputo apprezzare per prima la razza, non solo per l’aspetto decorativo e appariscente del mantello, ma anche per la versatilità e le molteplici doti: paese notoriamente amante dei cavalli, seppe ben valutare questo cane, che dimostrava un singolare affiatamento con gli equini. Fu anche addestrato, proprio per la sua indole, a seguire le carrozze e le diligenze di lungo percorso. Duplice era lo scopo di queste scorte: nel primo caso veniva considerato elegante uscire in carrozza per il passeggio con una bella coppia di Dalmata al seguito, quasi fossero dei valletti. Più utile era il servizio nel secondo caso: quando le strade non erano sicure per le frequenti imboscate di briganti e malfattori, il cane precedeva di poco la carrozza e al primo pericolo dava l’allarme abbaiando. Per queste tipiche funzioni la razza prese anche il nome di “Coach Dog”.
Il Dalmata fu impiegato, nel corso dei secoli, in molteplici funzioni: in guerra come portatore di fucili, come cane da spettacolo nei circhi equestri, dove si esibiva con grande maestria, ottimo guardiano nei castelli, buon compagno dei bambini, guida per i non vedenti e in tante altre mansioni.
Con l’avvento delle automobili, la razza ebbe un periodo di poca notorietà, ma grazie al suo meraviglioso mantello la vediamo riemergere con prepotenza e imporsi nei tempi moderni.
Questa antica razza canina arriva ai nostri giorni senza aver subito nessun mutamento morfologico ed estetico. Il Dalmata ha sempre avuto la stessa forma e dimensione, lo stesso mantello e il medesimo carattere.
Vista una sempre maggiore diffusione di questo cane, nel 1850 John Henry Walsh pubblicò il primo standard della razza. La sua prima apparizione nelle mostre canine avvenne nel 1860 a Birmingham, dove il grande pubblico potè ammirare dal vero, e non soltanto da pitture e stampe, il cane maculato, che destò molta ammirazione e plauso.
 
La sua popolarità raggiunse l’apice con l’uscita sugli schermi del celebre film a cartoni animati di Walt Disney (1961): “La carica dei 101”.
E’ d’obbligo sottolineare che questo film non è frutto di pura immaginazione e fantasia ma rispecchia realmente il carattere sensibile, l’intelligenza e il coraggio di questo cane.

Carattere

Il Dalmata è un cane tranquillo, fedele, docile e molto emotivo; necessita delle attenzioni dell’uomo, perchè altrimenti soffre di depressione e malinconia; ama la compagnia dei bimbi.
E’ un cane dotato di straordinaria memoria; adora la pulizia, è un amante del bagno e della schiuma. Può vivere tranquillamente in appartamento.
Il Dalmata ha un carattere dolce, di indole buona. E’ un cane di compagniaama il contatto con le persone sia adulti che bambini, soffre molto la solitudine.

Ha una corporatura atletica, quindi ama il movimento, le lunghe passeggiate, correre e giocare, odia gli spazi piccoli e bui!.

Al contrario di quanto comunemente si pensi il Dalmata è un cane intelligente, capisce subito se il proprio “padrone” è di “polso morbido”. Se capisce che può osare sicuramente lo farà! Salirà sulle poltrone, si impossesserà degli oggetti di casa e farà ogni genere di capriccio, diventanto nel breve tempo il vero padrone di casa!!!

Il dalmata adora letteralmente il suo padrone, ama gli esseri umani in generale, e dà il meglio di sé proprio quando ha l’opportunità di trascorrere molto tempo in compagnia della sua famiglia. Renderai felice il tuo dalmata se costituirà parte importante della tua vita, sia quando sei in casa sia quando sei fuori, sia nella quotidianità sia durante le vacanze. Un dalmata al quale il padrone dedica poco tempo soffre, diviene nervoso.

Il dalmata è affettuosissimo, allegro, paziente con i bambini. Si affeziona a tutti i membri della famiglia ma stabilisce con la persona che sceglie come padrone un rapporto di meravigliosa complicità, lealtà, e devozione assoluta. Agli altri riserva un grado di affetto proporzionale al tempo ed alle attenzioni che riceve da ognuno di essi.

Il dalmata è un cane attivo, energico, che ha bisogno di molto esercizio fisico.  Gli piace molto giocare, giocare e ancora giocare…specialmente quando è molto giovane. Puoi portarlo a correre per ore, al tuo seguito mentre fai jogging o vai in bicicletta…oppure al fianco di una carrozza, come vuole la tradizione!

Spesso la scelta ricade su un cane di razza dalmata quando in famiglia ci sono dei bambini…in questo caso, i genitori possono stare tranquilli: i pargoletti saranno al sicuro perché il dalmata li amerà e rispetterà. Viceversa, è estremamente importante insegnare ai bambini a rispettare il loro dalmata, vietando loro di infliggergli facili torture come ad esempio dita infilate negli occhi o tirate di coda…

Di solito i dalmata sono esuberanti e mostrano una vitalità incontenibile, è essenziale educarli ed addestrarli quando sono piccoli, per ritrovarsi poi a convivere con un dalmata adulto obbediente.

Attenzione ai dalmata maschi…con le persone sono buonissimi ma hanno un carattere dominante e quindi da adulti tenderanno ad essere rissosi con gli altri cani maschi! E’ importante che al cucciolo dalmata sia data la possibilità di socializzare il più possibile con cuccioli e adulti di tutte le razze. La femmina è più facilmente gestibile da questo punto di vista, questa è una regola che vale in generale per tutte le razze ed andrebbe tenuta ben presente nella scelta del sesso del cane da adottare.

 


Standard di razza

ASPETTO GENERALE
È un cane ben equilibrato, a macchie ben distinte, forte, muscolose e attivo. Simmetrico nei profili, senza grossolanità e pesantezza, e come l’antico “cane da carrozza”, capace di grande resistenza e buona velocità.
PROPORZIONI IMPORTANTI
Lunghezza del corpo: altezza al garrese = circa 10 : 9 • Lunghezza del cranio: lunghezza del muso = 1 : 1.
COMPORTAMENTO – CARATTERE
Estroverso e amichevole, non timido o esitante, senza mai nervosismo e aggressività.
TESTA
Piuttosto lunga.
REGIONE DEL CRANIO: cranio piatto, abbastanza ampio fra gli orecchi, con tempie ben definite. Sutura metopica leggera. Nessuna piega. Stop moderatamente pronunciato.
REGIONE DEL MUSO: tartufo sempre nero nei cani a macchie nere, sempre marrone nei cani a macchie fegato.
Muso lungo, potente e mai appuntito.
Canna nasale rettilinea e parallela alla linea superiore del cranio.
Labbra pulite, aderenti piuttosto fermamente alla mascella, non pendule.
Richiesta una completa pigmentazione.
Mascelle/Denti: mascelle forti con un perfetta e regolare chiusura a forbice, cioè con i denti superiori che si sovrappongono, a stretto contatto, agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle. Desiderabile una dentatura completa di 42 denti secondo la formula dentaria. I denti sono regolarmente proporzionati e bianchi.
Occhi posizionati piuttosto distanziati, di media grandezza, rotondi, luminosi e brillanti con un’espressione intelligente e vivace. Marrone scuro nei soggetti a macchie nere, e marrone chiaro fino al color ambra nei soggetti a macchie fegato. Rime palpebrali completamente nere nei soggetti a macchie nere, e con rime palpebrali fegato scuro nei soggetti a macchie fegato. Palpebre aderenti al globo oculare.
Orecchi inseriti piuttosto alti, di media grandezza, piuttosto ampi alla base. Portati aderenti alla testa, si restringono gradatamente fino a una punta arrotondata. Di tessitura fine con macchie ben distribuite, preferibilmente tonde.
COLLO
Abbastanza lungo, graziosamente arcuato, più sottile verso la testa, senza giogaia.
CORPO
Garrese ben definito. Dorso Potente, orizzontale. Rene pulito, muscoloso, leggermente arcuato.
Groppa molto poco avvallata. Torace non troppo ampio, ma profondo e capace. Lo sterno deve raggiungere i gomiti. Punta dello sterno ben visibile di profilo.
Costole ben proporzionate, lunghe, ben cerchiate, mai piatte, a botte o malformate. Linea inferiore ventre distintamente retratto verso la regione lombare.
CODA
Raggiunge approssimativamente il garretto. Forte alla base, si assottiglia verso la punta. Non è mai grossolana. Inserita né troppo alta né troppo bassa. A riposo è portata pendente con una leggera curva verso l’alto del suo ultimo terzo. In movimento è portata leggermente al di sopra della linea dorsale, ma mai gaiamente o arrotolata. Preferibilmente con macchie.
ARTI
ANTERIORI: perfettamente diritti, con robuste ossa, rotonde, fino ai piedi.
Spalla moderatamente obliqua, pulita e muscolosa.
Gomiti aderenti al corpo, non girati in fuori, né in dentro.
Carpo forte, leggermente scattante.
POSTERIORI: arrotondati, muscolosi, puliti. Visti da dietro gli arti sono verticali e paralleli.
Ginocchio ben angolato.
Gamba robusta.
Garretto forte, ben angolato.
Piedi rotondi, compatti con dita ben arcuate (da gatto).
Cuscinetti rotondi, duri ed elastici.
Unghie nere o bianche nella varietà bianco/nera, e marroni o bianche nei bianco/fegato.
Andatura grande scioltezza di movimento. Movimento sciolto, potente, ritmico con buon allungo e spinta del posteriore; visti da dietro gli arti si muovono in parallelo, i posteriori sulla pista degli anteriori. Un passo corto e l’anteriore aperto non sono corretti.
MANTELLO/PELO
Corto, duro, fitto, liscio e lucente.
COLORE
Colore di base bianco assoluto ● Varietà a macchie nere con macchie nere, varietà a macchie fegato con macchie fegato. Le macchie non si mischiano ma sono rotonde, ben delineate e il meglio distribuite possibile. La loro misura è di 2 – 3 cm di diametro. Le macchie sulla testa, coda e arti, più piccole di quelle del corpo.
TAGLIA
La cosa più importante è l’armonia dell’insieme.
Altezza al garrese: Maschi 56 – 61 cm e Femmine 54 – 59 cm.
Peso: Maschi circa 27-32 Kg e Femmine circa 24-29 Kg.
DIFETTI
Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato difetto e la severità con cui verrà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità. • Tonalità bronzo (macchie nere che temporaneamente scolorano).
DIFETTI ELIMINATORI 
Netto enognatismo – prognatismo • Entropion, ectropion, occhio gazzuolo, occhi di colore diverso • Occhi blu • Sordità • Macchia limitata attorno agli occhi (monocolo) o altrove, (benché accettabile per la riproduzione. • Tricolore (macchie nere e fegato nello stesso cane) • Limone (macchie limone o arancio) • Comportamento molto timido o aggressivo.
N.B. i maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
RACCOMANDAZIONI
Allo scopo di ridurre la sordità nei Dalmati (20 – 30%) • I Dalmati bilateralmente sordi e con gli occhi blu devono essere scartati dall’allevamento; sarebbe meglio scartare anche quelli sordi da un orecchio solo • Cani con una macchia limitata attorno all’occhio (monocolo) o altrove, dovrebbero essere accettati per la riproduzione • Si preferiscono cani con lo scroto pigmentato.

Utilizzazione

In passato il Dalmata veniva usato come cane da cerca; ora è soprattutto un simpatico cane da compagnia e un attento guardiano, addestrabile anche per la difesa.

Alimentazione

E’ consigliabile nutrirlo con 300-350 grammi di carne, 200 grammi di riso, insieme a verdure bollite; non è un amante dei cibi conservati e bisognerebbe tenerlo in costante allenamento per evitare che ingrassi.
Nelle prime 3-4 settimane di vita il latte materno rappresenta un alimento completo ed insostituibile. Perciò, se la madre è in salute, ben nutrita, ed il cucciolo non manifesta segnali di ipoalimentazione, è importante lasciare che la natura faccia il proprio corso. Per contro, è necessario segnalare al veterinario l’eventuale comparsa di sintomi come pianto continuo, scarsa reattività e crescita ponderale inferiore alle linee guida (un cucciolo dovrebbe aumentare di 2-4 grammi al giorno per ogni kg del peso medio da adulto; se ad esempio si stima che a crescita completata peserà circa 15 kg, nei primi cinque mesi di vita dovrebbe aumentare il proprio peso di 30-60 grammi al giorno). Può verificarsi nel parto la nascita di cuccioli piu’ esili rispetto al resto della cucciolata. E’ opportuno in questi casi verificare costantemente che riescano ad effettuare regolarmente le poppate. E’ molto comune il verificarsi della sopraffazione dei cuccioli piu’ piccoli o esili da parte di quelli piu’ forti e grandi con il consequenziale rallentamento dello sviluppo. E’ opportuno intervenire alternando le poppate dividendo in due gruppi i cuccioli o la’ dove sia strettamente necessario.
Il passaggio ad una dieta solida non dovrà essere brusco, ma progressivo. Nelle prime fasi dello svezzamento si consigliano apposite preparazioni per cuccioli, sminuzzate ed ammorbidite con acqua (una parte di cibo secco insieme a tre parti di acqua o due parti di cibo in scatola per ogni parte di acqua). Se il cane non accetta il nuovo cibo è possibile incoraggiarlo portandogli alle labbra un dito appena immerso nel miscuglio.
Dopo sei settimane di vita, i fabbisogni nutrizionali del cucciolo dovranno essere soddisfatti per almeno il 25% dalla dieta di divezzamento, che rispetto alle fasi precedenti prevederà pezzi via via più grossolani e miscugli sempre più poveri d’acqua (che sarà fornita a parte, con disponibilità a libitum). 
Nell’alimentazione dei cuccioli, l’acqua non dev’essere sostituita dal latte; come abbiamo visto, infatti, la composizione chimica del latte bovino è abbastanza diversa da quella del latte di cagna.
A sette-otto settimane di vita, la maggior parte dei cani è da considerarsi svezzata. Si consiglia comunque di evitare uno svezzamento forzato, poiché il brusco distacco dalla madre e dagli altri elementi della cucciolata potrebbe comportare deficit nutritivi e disturbi del comportamento in età adulta, oltre a facilitare la comparsa di ingorghi mammari nella cagna. 
Quando si sceglie un mangime per cuccioli è bene optare per quello più idoneo alla razza del cane, somministrandolo alle dosi consigliate dal produttore o dal veterinario. Una sovralimentazione nella fase di crescita, infatti, può accompagnarsi ad un eccessivo incremento ponderale rispetto allo sviluppo osseo, con conseguente rischio di patologie osteo-articolari.
L’invecchiamento del cane si accompagna a modificazioni fisiologiche e funzionali di varia natura. L’animale, per esempio, diviene meno sensibile ai sapori e agli odori, allo stimolo della sete e a quello dell’insulina . 
Digerisce con maggiori difficoltà gli alimenti, è più incline alla stitichezza e alla disidratazione, nonché ad infezioni e a malattie di diversa natura. In questo periodo della vita l’alimentazione del cane dovrà caratterizzarsi per un minor apporto calorico, per la scelta di alimenti più facilmente digeribili ed appetibili (ma poveri di sodio, specie in presenza di cardiopatie), con una decisa preferenza per le proteine di elevato valore biologico. Queste ultime andranno ridotte a favore della qualità (scegliere proteine magre di origine animale) in presenza di problemi renali (nefropatie), malattie epatiche od urolitiasi da struvite.
Proprio come nell’uomo, il movimento giova alla salute dell’animale anziano, soprattutto se diabetico. In tal caso andranno particolarmente limitati gli zuccheri e gli alimenti raffinati (come fiocchi di cereali e riso soffiato) a favore delle fibre alimentari. 
Nell’ottica di una riduzione calorica andranno diminuiti anche gli apporti lipidici, senza dimenticare l’importanza degli acidi grassi essenziali contenuti nel pesce e nel suo olio, e in generale negli oli vegetali (in particolare in quello di noce, di canapa, di soia, di canola).

Note

I cuccioli alla nascita sono completamente bianchi.

Foto di Dalmata