Alimentazione del cane di razza dalmata
8 agosto 2011
14 min

Alimentazione del cane di razza dalmata

L’alimentazione  qualitativa ed il movimento sono elementi fondamentali per la salute ed il benessere di ogni cane.
Dopo questa doverosa premessa, non ci resta che procedere per tappe esaminando le regole per una sana alimentazione del cane nelle varie fasi della vita.

Alimentazione del cucciolo e svezzamento
Alimentazione del Cucciolone
Alimentazione del cane adulto
Alimentazione dello Stallone
Alimentazione della Fattrice in gravidanza e allattamento
Alimentazione del cane Anziano
Alimentazione del cane Sterilizzato
Fabbisogni energetici e nutrizionali del cane
Alimentazione del cucciolo e svezzamento

Nelle prime 3-4 settimane di vita il latte materno rappresenta un alimento completo ed insostituibile. Perciò, se la madre è in salute, ben nutrita, ed il cucciolo non manifesta segnali di ipoalimentazione, è importante lasciare che la natura faccia il proprio corso. Per contro, è necessario segnalare al veterinario l’eventuale comparsa di sintomi come pianto continuo, scarsa reattività e crescita ponderale inferiore alle linee guida (un cucciolo dovrebbe aumentare di 2-4 grammi al giorno per ogni kg del peso medio da adulto; se ad esempio si stima che a crescita completata peserà circa 15 kg, nei primi cinque mesi di vita dovrebbe aumentare il proprio peso di 30-60 grammi al giorno).

L’inizio dello svezzamento di un cane in salute avviene attorno alla terza settimana di vita, o alla quarta per le razze nane; è questo, infatti, il periodo in cui il giovane animale inizia ad esplorare attivamente l’ambiente che lo circonda. Quando il veterinario nota che il peso del cucciolo non aumenta abbastanza, può comunque suggerire un supporto all’alimentazione lattea già in epoche precedenti. A tal proposito, o in caso di cuccioli orfani o di madri impossibilitate a nutrirli, è da tener presente che il latte di cagna è molto più concentrato e ricco di proteine, calorie, grassi, calcio e fosforo, rispetto a quello vaccino. In commercio, pertanto, esistono apposite formulazioni di latte adattato alle esigenze dei cuccioli.

Il passaggio ad una dieta solida non dovrà essere brusco, ma progressivo. Nelle prime fasi dello svezzamento si consigliano apposite preparazioni per cuccioli, sminuzzate ed ammorbidite con acqua (una parte di cibo secco insieme a tre parti di acqua o due parti di cibo in scatola per ogni parte di acqua). Se il cane non accetta il nuovo cibo è possibile incoraggiarlo portandogli alle labbra un dito appena immerso nel miscuglio.

Dopo sei settimane di vita, i fabbisogni nutrizionali del cucciolo dovranno essere soddisfatti per almeno il 25% dalla dieta di divezzamento, che rispetto alle fasi precedenti prevederà pezzi via via più grossolani e miscugli sempre più poveri d’acqua (che sarà fornita a parte, con disponibilità a libitum).

A sette – otto settimane di vita, la maggior parte dei cani è da considerarsi svezzata. Si consiglia comunque di evitare uno svezzamento forzato, poiché il brusco distacco dalla madre e dagli altri elementi della cucciolata potrebbe comportare deficit nutritivi e disturbi del comportamento in età adulta, oltre a facilitare la comparsa di ingorghi mammari nella cagna.

Quando si sceglie un mangime per cuccioli è bene optare per quello più idoneo alla razza del cane, somministrandolo alle dosi consigliate dal produttore o dal veterinario. Una sovralimentazione nella fase di crescita, infatti, può accompagnarsi ad un eccessivo incremento ponderale rispetto allo sviluppo osseo, con conseguente rischio di patologie osteo-articolari.

Fino a 4-6 mesi di età è consigliabile nutrire il cucciolo almeno tre volte al giorno (4 durante lo svezzamento), a intervalli regolari; dopodiché si può passare ai canonici due pasti quotidiani tipici dell’alimentazione del cane adulto. Se però si tratta di una femmina che allatta o di un cane da lavoro – viste le aumentate esigenze energetiche, finanche tre – quattro volte superiori rispetto ad un normale cane di simile taglia – per evitare di somministrare pasti troppo consistenti, è bene dilazionare il cibo in almeno tre occasioni giornaliere. Un pasto unico in cani di grossa mole e particolarmente voraci può infatti rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza della torsione dello stomaco, e favorire il rigurgito di quanto voracemente deglutito. L’ultimo pasto della giornata, in ogni caso, non dovrebbe essere somministrato troppo tardi alla sera, dal momento che l’animale potrebbe aver bisogno di eliminare feci ed urine entro poche ore dall’assunzione del cibo.

Ricordiamo infine che i cuccioli, per loro natura, sono inclini al gioco ed al movimento, ma l’assenza di coetanei, la mancanza di spazi e di stimoli adeguati, possono favorire un ingrassamento precoce con elevato rischio che sovrappeso ed obesità li accompagnino per tutta la vita, anche quando l’alimentazione è restrittiva.

Alimentazione del Cucciolone
Fase di sviluppo che intercorre tra i 6 e i 12 mesi.
In questa fase vitale del cane ridurremo il numero di pasti da tre a due. Utilizzando sempre mangimi Di alta qualita’ specifici per cuccioli .In questa fase il cucciolone  aumentera’ progressivamente il suo peso La sua altezza e inizieremo a vedere la sua conformazione fisica  evolversi progressivamente.

Alimentazione del Cane adulto
Perché passare a un alimento per cani adulti?
Quando il cucciolo diventa adulto, le esigenze nutrizionali e le abitudini alimentari non sono più quelle di prima. Ora il cane ha bisogno di alimenti specifici per l’età adulta.
Anche se lo sviluppo del tuo cucciolo è quasi completo, l’alimentazione continua a essere un fattore importante. La maggior parte dei veterinari concorda sul fatto che alimentare un cane adulto con un alimento di alta qualità. completo e bilanciato, lo aiuterà a vivere una vita lunga e sana. I cani di media taglia (10-25 kg in età adulta) di norma maturano intorno ai 12 mesi.
Il passaggio a una formulazione di qualità per adulti dovrebbe avvenire quando il tuo cane smette di crescere di peso e in altezza. Il tipo di cane determina il momento in cui effettuare questo passaggio. I cani di taglia piccola, per esempio, tendono a maturare fisicamente molto prima di quelli di taglia grande. Segui queste indicazioni per capire quando passare a un alimento per cani adulti.

Come passare a un alimento per cani adulti.
Per evitare problemi intestinali o diarrea, passa gradualmente da una formulazione per cuccioli a una per cani adulti nell’arco di quattro giorni.
1° giorno: riempi la ciotola con il 75% di alimento per cuccioli e il 25% di alimento per adulti.
2° giorno: miscela l’alimento per cuccioli e il nuovo alimento per adulti in parti uguali.
3° giorno: miscela il 75% di alimento per adulti con il 25% di alimento per cuccioli.
4° giorno: solo alimento per cani adulti.

Per determinare la giusta quantità di cibo, segui le indicazioni che trovi sull’etichetta. Per calcolare la dose per pasto, suddividi la razione giornaliera totale per il numero dei pasti (generalmente due pasti al giorno per un cane adulto).
Per verificare che il tuo cane rientri nel suo peso forma, passagli le mani sui fianchi. Se riesci a sentire le costole, il peso è giusto. In alternativa, guardalo dall’alto in basso, posizionandoti proprio sopra di lui. Dovresti riuscire a vedere la circonferenza della vita.
Se il peso del tuo cane subisce variazioni, aumenta o diminuisci leggermente le razioni di cibo e pesalo dopo una settimana. Se il peso del tuo cane ti preoccupa, parlane con il veterinario, che potrà stabilire le specifiche esigenze del tuo cane e consigliarti l’alimento più indicato.

Alimentazione Dello Stallone
A meno che non si tratti di un riproduttore in un allevamento professionale o di un campione assai richiesto, il maschio nutrito in maniera equilibrata non ha bisogno di un supplemento calorico specifico. Tuttavia, la carenza di alcune sostanze nutritive (per esempio proteine, vitamina A, L-carnitina) può provocare delle défaillance oppure un calo di fertilità. Nel caso in cui parliamo di un riproduttore in allevamento le sue esigenze nutrizionali cambiano, Il cane in attività riproduttiva dovrà essere alimentato come un soggetto ad alte performance, quindi, alimenti ricchi in proteine, carboidrati e grassi, con eventuali integrazioni vitaminico-minerali nei periodi di maggior attività. Addirittura si può produttivamente dividere i pasti, soprattutto se si nota calo di peso.

Sfortunatamente, c’è sempre un picco di cagne in calore concentrate in periodi brevi, così è molto difficile riuscire a mantenere in forma e in peso gli stalloni in piena attività (non parliamo certamente di una monta al mese, ma di 2/4 alla settimana). In tali circostanze possono venire utili anche integrazioni particolari.
Mai utilizzare il cane per la monta a stomaco pieno.

Alimentazione della Fattrice in gravidanza e allattamento.
Durante le prime 4 settimane di gestazione, la cagna deve continuare a ricevere la stessa quantità della dieta di mantenimento.
Se la dieta di mantenimento non è di qualità elevata, dalla 5 A settimana si passa ad una nuova razione con graduale aumento della quantità di cibo somministrata giornalmente (in prossimità del parto questa sarà superiore del 25 – 50% a quella di mantenimento).
Al momento del parto il peso corporeo della cagna dovrebbe essere il 120 – 125% del peso normale, subito dopo il parto circa il 105 – 110%.
Ad uno o due giorni dal parto la cagna diviene inappetente; in ogni caso la quantità di cibo deve essere ridotta per evitare un  eccessivo riempimento intestinale al momento del parto.
La temperatura corporea scende di 1 °C 12-18 ore prima dell’inizio del travaglio. Durante il parto la cagna deve avere a disposizione acqua fresca
La cagna generalmente mangia le placente, in presenza di un elevato numero una parte di esse andrà allontanata.
Durante la lattazione dobbiamo garantire una sufficiente produzione di latte evitando un eccessivo dimagrimento della femmina (non oltre il  5-10% del normale peso corporeo). La quantità di cibo dipende dal momento della lattazione (picco intorno alla 3a-5a sett.) e dal numero di cuccioli: + 25% per ogni cucciolo oppure + 220 kcal per kg di cucciolata Dopo la 5a-6a sett. si comincia a ridurre la quantità di cibo.

Alimentazione del cane anziano
L’invecchiamento del cane si accompagna a modificazioni fisiologiche e funzionali di varia natura. L’animale, per esempio, diviene meno sensibile ai sapori e agli odori, allo stimolo della sete e a quello dell’insulina. Digerisce con maggiori difficoltà gli alimenti, è più incline alla stitichezza e alla disidratazione, nonché ad infezioni e a malattie di diversa natura.
In questo periodo della vita l’alimentazione del cane dovrà caratterizzarsi per un minor apporto calorico, per la scelta di alimenti più facilmente digeribili ed appetibili (ma poveri di sodio, specie in presenza di cardiopatie), con una decisa preferenza per le proteine di elevato valore biologico. Queste ultime andranno ridotte a favore della qualità (scegliere proteine magre di origine animale) in presenza di problemi renali (nefropatie), malattie epatiche od urolitiasi da struvite.
Proprio come nell’uomo, il movimento giova alla salute dell’animale anziano, soprattutto se diabetico. In tal caso andranno particolarmente limitati gli zuccheri e gli alimenti raffinati (come fiocchi di cereali e riso soffiato) a favore delle fibre alimentari.
Nell’ottica di una riduzione calorica andranno diminuiti anche gli apporti lipidici, senza dimenticare l’importanza degli acidi grassi essenziali contenuti nel pesce e nel suo olio, e in generale negli oli vegetali (in particolare in quello di noce, di canapa, di soia, di canola).

Alimentazione del cane Sterilizzato
Uno dei principali rischi connessi alla sterilizzazione è l’eccesso ponderale, se non addirittura l’obesità. Il nesso tra sterilizzazione ed obesità ha una natura multifattoriale (razza, età, fattori genetici, fattori sociologici etc), ma in ogni caso il primo aspetto che può essere preso in considerazione è la variazione d’ingestione di cibo durante il ciclo.
Gli ormoni sessuali non sono i primari regolatori del metabolismo, ma influenzano in ogni caso il peso corporeo a livello di sistema nervoso ed indirettamente modificando il metabolismo cellulare. Gli estrogeni inoltre, esercitano un effetto inibitore sull’assunzione di cibo: infatti nella femmina il consumo di cibo è minimo nell’estro, aumenta nel metaestro e raggiunge il picco massimo durante l’anaestro. Quindi nelle femmine sterilizzate l’effetto inibitore degli estrogeni viene meno; varie ricerche hanno evidenziato che la quantità di energia per il mantenimento del peso corporeo ideale dopo la sterilizzazione diminuisce notevolmente.
Diminuzione dell’attività spontanea – Un secondo aspetto da considerare è che la sterilizzazione comporta una diminuzione dell’attività spontanea, soprattutto nei maschi sterilizzati. Dunque l’aumento di peso conseguente alla sterilizzazione potrebbe essere evitato con un rigido controllo dell’alimentazione ed un regolare esercizio fisico.

Il programma alimentare deve essere messo a punto già nella fase pre-operatoria con il proprietario introducendo il concetto di «razionamento» del cibo che spesso viene sottovalutato, soprattutto se il cane appartiene ad una razza particolarmente predisposta all’obesità.
E’ importante agire sia sugli aspetti qualitativi che quantitativi: la scelta dell’alimento deve basarsi su cibi ricchi di fibre e con un contenuto di grassi ridotto. E’ infatti controindicato procedere alla restrizione semplicemente riducendo la quantità dell’alimento normalmente consumato: in questo modo si possono provocare carenze nutrizionali oltre che comportamenti sgradevoli dell’animale ( nervosismo, furto di cibo, aggressività). Il razionamento deve essere sempre personalizzato e il controllo del peso deve essere regolare, generalmente mensile ed a vita, dato che l’obesità si accentua con l’età.
Di importanza basilare dunque è la figura del veterinario e del messaggio che viene dato al proprietario che determinano il successo del trattamento nutrizionale ed il mantenimento del peso corporeo.

Fabbisogni energetici e nutrizionali
Per crescere e mantenersi sano e attivo, il cane ha bisogno di un’alimentazione che contenga giuste proporzioni degli elementi nutritivi. Il cane ha bisogno di:
– proteine, che sono la materia prima del suo organismo. In un pasto giornaliero è sufficiente che la percentuale di proteine d’origine animale somministrata si aggiri intorno al 20%; è da considerare che in particolari condizioni – femmine in gravidanza o allattamento, cuccioli – il fabbisogno proteico cresce, mentre in altre – è il caso dei cani anziani – diminuisce.
– zuccheri, ma non tutti li assimila con facilità. Nessun problema per glucosio e saccarosio, ma il cane ha difficoltà a digerire il lattosio. L’apporto di zuccheri è importante sia come fonte d’energia rapidamente disponibile sia come regolatore dell’attività della flora batterica.
– grassi, ma nella giusta misura. Nella sua dieta i grassi non devono superare il 10%; gli eccessi non portano solo all’obesità, ma anche ad un animale maggiormente predisposto alla malattia ed alla vecchiaia precoce.
– vitamine, soprattutto da cucciolo e in gravidanza e allattamento. Il cane non riesce a sintetizzare tutte le vitamine, quindi alcune le deve assumere; specifiche carenze vitaminiche possono portare a malattie.
– minerali, che sono presenti in diversa quantità in tutti gli alimenti. E’ necessario somministrare con la dieta le giuste quantità, soprattutto nei cuccioli e nelle femmine in gravidanza.

La dieta del cane
La dieta del cane varia in relazione a diversi fattori, quali l’età dell’animale (cucciolo o cane anziano), il suo stile di vita (cane da passeggio, da caccia o da lavoro), nonché la razza cui appartiene.
Si può comunque fare un discorso generale, che subirà variazioni sulle proporzioni in base ai fattori sopraelencati.
Alimento principe della razione giornaliera è la carne, a conferma della primitiva natura carnivora del cane che per la lunga convivenza con l’uomo è poi diventato onnivoro. Con la carne il cane assume proteine, grassi e vitamine fondamentali per la crescita ed il mantenimento. Altra importante fonte di proteine animali è il pesce, che rispetto alla carne contiene però meno grassi ed è quindi meno energetico; questo alimento va servito cotto e senza lische, molto pericolose per il cane.

L’apporto di proteine deriva anche dalle uova, sia dall’albume che dal tuorlo. L’albume va necessariamente cotto perché in questo modo viene neutralizzata la sostanza antivitaminica in esso contenuta. Il tuorlo invece è ottimo anche crudo ed è ricco di grassi e vitamine.
L’elenco delle fonti proteiche si chiude con il latte, che è ricco anche di grassi, zuccheri, minerali e vitamine. Pur essendo molto gradito al cane, il latte non è sempre assimilabile; in alcuni casi può causare disturbi intestinali perché il cane non possiede l’enzima che digerisce il lattosio.
Nella dieta del cane non devono mancare giuste quantità di verdure, alimento poco appetitoso per l’animale ma necessario per la regolazione della sua attività intestinale. Per essere digerite le verdure hanno bisogno di una cottura prolungata, che disperde però gran parte del loro contenuto vitaminico.
Ottimi da associare ad altri elementi sono i cereali; tra questi il riso, che fornisce il suo apporto di zuccheri dopo una cottura prolungata.

Da non dimenticare inoltre una giusta dose di grassi d’origine vegetale, che si trovano nell’olio d’oliva e di semi e che il cane non è in grado di sintetizzare da solo. I grassi d’origine animale non vanno invece aggiunti se la dieta comprende la carne, perché in essa si trova già la quantità necessaria al cane.