L'uso della ciclosporina nel cane e nel gatto
11 settembre 2011
4 min

L'uso della ciclosporina nel cane e nel gatto

malattie

L’uso della Ciclosporina in Veterinaria è diventato sempre più frequente in campo dermatologico ed oculistico.

A volte si fa un abuso di questo farmaco per ridurre i tempi di guarigione senza pero’ tener presente degli effetti dannosi a distanza che si possono avere.

La Ciclosporina è prescritta per sopprimere il sistema immunitario in malattie come Anemia Emolitica Autoimmune, Fistola Perineale, Dermatite Atopica e Cheratocongiuntivite sicca (occhio secco).

Precauzioni e gli effetti collaterali Ciclosporina non deve essere utilizzata tranne negli animali con Importanti malattie del sistema immunitario.

L’uso a lungo termine può anche favorire lo sviluppo di tumori, come un tumore delle ghiandole linfatiche (linfoma).

Poichè la ciclosporina ha un sapore amaro, viene commercializzata in capsule.

Ciclosporina disponibile per uso veterinario ATOPLUS in capsule di 25 -50 – 100 mg.

C’è un preparato oftalmico in pomata che è disponibile per il trattamento specifico dell’occhio.(Optimmune) La dose di ciclosporina va regolata in base alla sensibilità del paziente, razza, età ed eventuali malattie associate.

Come altri immunosoppressori, anche la Ciclosporina aumenta il rischio di insorgenza di linfomi e altre neoplasie maligne (in particolare quelle della cute).

L’aumento del rischio sembra essere correlato al grado e alla durata dell’immunosoppressione.

Per questo motivo deve essere usato con attenzione in quanto potrebbe portare a patologie immunoproliferative e neoplasie d’organo, alcune delle quali con esito mortale.

Come altri immunosoppressori, anche la ciclosporina predispone i pazienti allo sviluppo di diverse infezioni batteriche, micotiche, parassitarie e virali, spesso con intervento di patogeni opportunisti.Pertanto prima di adoperare la Ciclosporina bisognerebbe trattare prima le infezioni batteriche micotiche ed escludere virus altrimenti si rischia la riattivazione di questi.

In pazienti trattati con Ciclosporina infatti è stata osservata l’attivazione di infezioni latenti da virus come Herpes Virus, Corona Virus, Fiv Felv, malattie protozoarie come la Leishmaniosi.

Durante una terapia a lungo termine, alcuni pazienti potrebbero sviluppare alterazioni strutturali del rene, è necessario quindi un controllo accurato dei parametri per la valutazione della funzionalità renale ed epatica e talvolta potrebbe essere necessaria anche la riduzione del dosaggio.

Nei pazienti anziani la funzionalità renale deve essere monitorata con particolare attenzione.

La ciclosporina aumenta il rischio di iperkaliemia, soprattutto in pazienti con disfunzione renale.

Si raccomanda una particolare attenzione anche quando la ciclosporina viene somministrata contemporaneamente a farmaci risparmiatori di potassio (come diuretici risparmiatori di potassio, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, antagonisti del recettore dell’angiotensina II).

La ciclosporina incrementa la clearance del magnesio e così può determinare ipomagnesiemia sintomatica, nel quale è pertanto raccomandato un controllo del magnesio sierico, soprattutto in presenza di sintomi e segni neurologici.

Se necessario, devono essere somministrati degli integratori di magnesio.

Sintomi Si possono avere sintomi minori come vomito, sonnolenza, mal di testa, tachicardia.

Prima di adoperare la ciclosporina è bene quindi considerare tutti i rischi evitando assolutamente l’uso in soggetti con malattie epatorenali e lesioni degenerative precancerose.

Dopo una terapia con Ciclosporina controllare anche a distanza di mesi la funzionalità renale epatica e monitorare la produzione di globuli bianchi con ispezione dei linfonodi.

Ci sono alternative all’uso della Ciclosporina con metodi meno aggressivi che portano alla modulazione del sistema immunitario e importante da parte del proprietario documentarsi bene prima di intraprendere una terapia cosi impegnativa.

Non sempre un risultato immediato del prurito e dell’infiammazione sono indice di una guarigione infatti se non si agisce alla radice del problema (allergeni, metalli pesanti, eccesso di vaccinazioni, intolleranze alimentari, inquinamento ambientale, ecc.) il prurito ricompare alla cessazione del trattamento con in più danni a volta gravi a tutto l’organismo e sono questi danni che purtroppo possono rimanere se la terapia immunosoppressiva non è stata bene compensata con rimedi di sostegno come Fitoterapici, Antiossidanti, Immunomodulatori, Citochine, Omotossicologici.

Dott Alessandro Prota Medicina Integrata Veterinaria Consulenza on line 3393201159