Rosignano, cane condannato a morte con l’accusa di aggressione. La rivolta degli animalisti
6 giugno 2013
2 min

Rosignano, cane condannato a morte con l’accusa di aggressione. La rivolta degli animalisti

aggressività
Ѐ accusata di aver aggredito degli innocenti, quando – secondo i suoi padroni – stava semplicemente seguendo il suo istinto e il suo dovere. Si chiama Tuta ed è un pastore maremmano, un cane da pastore, svezzato da quelle stesse pecore che accudisce sulle colline di Rosignano, in provincia di Livorno. Su di lei pende una condanna a morte, firmata lo scorso 20 marzo dal vicesindaco della cittadina toscana, Daniele Donato, visto che quando è accaduto il fattaccio il sindaco, Alessandro Franchi, non c’era. In realtà, l’ordinanza di soppressione è stata duplice: per un altro cane, infatti, è stata già eseguita. Uzi – questo il nome del condannato a morte – aveva 8 anni e insieme a Tuta avrebbe morso un escursionista sui colli tra Nibbiaia e Castelnuovo Misericordia, a Rosignano. Attirato fuori dal gregge cui faceva la guardia, il povero quattro zampe – si legge in articolo pubblicato su corrierefiorentio.corriere.it – è stato avvicinato dai veterinari dell’Asl  per fargli un’iniezione fatale. Poi il suo padrone l’ha seppellito in collina. Adesso la stessa sorte dovrebbe toccare a Tuta, che il giorno della soppressione del suo amico peloso era fuggita dal gregge. Ѐ ritornata solo qualche giorno dopo. Lei e Uzi erano inseparabili. “Seguono l’istinto”, spiega il loro padrone, Gabriele Neri, che cerca di difendere il suo unico cane rimasto: “Non aggredisce anziani e bambini, neanche chi si avvicina al gregge a piedi: abbaia e li allontana”. Il morso raccontato nel referto dell’Asl è un’altra storia, spiega l’uomo: “Se qualcuno arriva in bici o in moto e passa in mezzo alle pecore i cani gli vanno addosso. È il loro lavoro”. La vicenda ha indignato in molti e gli animalisti sono adesso sul piede di guerra. La Lega anti vivisezione (Lav), in particolare, minaccia azioni legali. Intanto, è stata anche organizzata una petizione on line per raccogliere firme e il 22 giugno è prevista una manifestazione davanti al Comune, senza contare i messaggi minatori (arrivati su Facebook e nella mail) allo stesso sindaco, che così si difende: “Di fronte ad una relazione dei veterinari dell’Asl cosa dovevamo fare? Non siamo tecnici. Se il cane avesse azzannato un bambino?”. Il padrone dei quattro zampe racconta invece: “Io ho chiesto di cercare una struttura per poter accogliere i miei cani, ma non c’è stato niente da fare”. Dinanzi a tante polemiche, il primo cittadino sta adesso facendo in modo di stemperare il caso.