La micoterapia nelle infiammazioni intestinali del cane e del gatto
27 febbraio 2013
6 min

La micoterapia nelle infiammazioni intestinali del cane e del gatto

malattie
Sono sempre più numerosi i casi di infiammazione intestinale nel cane e nel gatto. La causa principale è l’alimentazione industriale e l’eccesso di grano nella dieta.
Il cane e il gatto non possiedono l’amilasi salivare, un enzima che nella saliva inizia la sua azione digestiva nei confronti dell’amido. Quando l’animale lo ingerisce (amido di frumento, di mais, di segale), all’arrivo nello stomaco, alcalinizza l’ambiente acido del contenuto gastrico rallentando la digestione delle proteine, che richiedono un ambiente acido. Così facendo, l’amido interferisce sulla digestione delle proteine, creando un ambiente sfavorevole all’azione degli enzimi pancreatici, spesso insufficienti a digerire l’eccesso di amido che arriva nell’intestino. Inoltre – cosa più importante – il cane e ancora di più il gatto non sono geneticamente predisposti a digerire gli amidi e il glutine, che stimolano una risposta immunitaria della parete intestinale con ispessimento e perdita della permeabilità, con passaggio di alimenti grossolani (peptoni) che, attraverso il sangue, raggiungono vari apparati stimolando una risposta autoimmune.

Quando il sistema digerente funziona bene, solo alcuni componenti – accuratamente selezionati – possono attraversare la mucosa dell’intestino ed entrare nel flusso sanguigno. Quando, però, le condizioni non sono ottimali, può verificarsi un’infiammazione della mucosa intestinale con
conseguente diminuzione della sua impermeabilità. Accade, infatti, che alcune particelle estranee, dopo aver attraversato la mucosa intestinale, entrino nel flusso sanguigno provocando la reazione del sistema immunitario, che le attacca generando una risposta immunitaria e infiammatoria. Questa perdita di impermeabilità permette a tossine, batteri, funghi e parassiti – che in condizioni normali non potrebbero attraversare la mucosa intestinale – di superare la barriera protettiva ed entrare nel sangue. Con la barriera intestinale alterata passano, anche, sostanze tossiche, come additivi alimentari, metalli pesanti, micotossine che possono essere presenti in alcuni mangimi.

Con la perdita della permeabilità intestinale, il cane e il gatto manifestano sintomi di disagio con episodi di rumori intestinali, flatulenza, episodi di diarrea e stipsi, arrossamento anale con leccamento alla base della coda, il gatto spesso si lecca l’addome andando alla ricerca di erba
perché sente lo stomaco borbogliare con rumori di gas (ritardato svuotamento), per l’alterata peristalsi e l’accumulo del gas stesso. A volte, una patologia intestinale da intolleranza alimentare si può manifestare anche con una semplice lacrimazione, starnuti, prurito occasionale e otiti ricorrenti. In realtà, il problema è più grave perché questi sono solo i primi sintomi, che in poco tempo si trasformeranno in una vera malattia intestinale con ispessimenti, ulcerazioni e in alcuni casi si possono trasformare in tumori gastrointestinali.

La medicina ufficiale si preoccupa di curare il sintomo con antibiotici e antinfiammatori, trascurando la vera causa che è quella alimentare. Inoltre, l’abuso di antibiotici e antinfiammatori altera la flora intestinale, distruggendo quella utile (lattobacilli) e favorendo una moltiplicazione di batteri putrefacenti (clostridium, ecc.) e della candida intestinale.

L’eccesso di fibra grossolana, presente in alcuni alimenti secchi (croccantini), crea un’esfoliazione della mucosa alterata, che si sfalda con una pellicola trasparente che si rende evidente sulle feci, oltre a provocare la produzione di muco come risultato di fermentazioni intestinali. Altro importante punto è la presenza di grassi saturi, che possono essere presenti in alcuni alimenti dietetici. Inoltre, l’aggiunta di acidi grassi omega 3 e 6 spesso non sono di buona qualità e con l’azione del calore, durante la preparazione dei croccantini e delle scatolette, subiscono un’alterazione ossidandosi. Così, questi grassi alterati vanno ulteriormente a infiammare la parete intestinale.

Spesso cani e gatti malati di IBD presentano problemi alla tiroide, al pancreas, artriti, nefriti, vasculiti, cheratite secca, malattie degenerative del sistema nervoso, come risultato di malattie autoimmuni per la presenza di particelle assorbite dall’intestino (che infiammato si presenta
poroso), che si depositano in vari organi e apparati, innescando una risposta infiammatoria con tiroiditi, pancreatiti, nefriti, artriti, encefaliti, dermatiti, ecc. Siccome nella parete intestinale gli anticorpi IgA aiutano l’organismo a evitare le infezioni, una cattiva condizione intestinale lo renderà anche meno resistente ai virus, ai batteri, ai parassiti e all’infezione da candida. A causa di tale condizione anomala, questi agenti patogeni possono entrare nella circolazione sanguigna e andare a localizzarsi in quasi tutti i tessuti dell’organismo.

Gli antigeni alimentari riescono a entrare in circolo e possono raggiungere delle sedi distanti, quali la cute o la mucosa nasale e polmonare dove sono presenti numerosi mastociti. La reazione dei mastociti provoca la liberazione di mediatori chimici, tra cui istamina, con scatenamento di una reazione allergica che può proporsi come: asma, orticaria, dermatite o rinite. La localizzazione di un gran numero di mastcellule in un tessuto può predisporre alla crescita di mastocitomi, un tumore molto diffuso nel cane e nel gatto che si presenta spesso in soggetti che hanno avuto in precedenza episodi di allergie e intolleranze alimentari.

TERAPIA

La micoterapia veterinaria è di grande aiuto nella gestione del paziente con malattie infiammatorie intestinali (IBD) nel cane e nel gatto.

Il Reishi può sostituire efficacemente il cortisone, possiede un’azione immunomodulante, antinfiammatoria. Un interessante studio ha dimostrato che 50 mg di polvere di Reishi possiede un’azione antinfiammatoria, che corrisponde a 5 milligrammi di idrocortisone. Inoltre, associandolo al cortisone si può ridurre il dosaggio di quest’ultimo. Nella patologia intestinale, con il Reishi si sfruttano anche le proprietà antiossidanti, antibatteriche, antivirali e antitumorali.

L’Hericium Erinaceus è il rimedio principale nelle patologie gastroenteriche su base infiammatoria, esplica un’azione rigenerativa sulle mucose alterate gastro-intestinali, correggendo l’alterata permeabilità intestinale (o intestino bucato), molto utile nel reflusso gastrico, ulcere gastriche, ulcere duodenali e colite ulcerosa. La sua azione si estende dall’esofago all’ano. Contiene
Erinacina (A e B), una molecola a struttura fenolica con azione citotossica diretta sulle cellule tumorali e un fattore di produzione nervina (NGF), che lo rende utile per la mielinizzazione nelle malattie degenerative del sistema nervoso centrale e periferico. Occorre ricordare che il sistema nervoso e quello digerente sono fisiologicamente connessi. Infatti, le alterazioni della psiche si
ripercuotono sul sistema digerente e quelle dell’apparato digerente si ripercuotono sul sistema nervoso, attraverso neurodermatiti. Questo fungo è indispensabile per rigenerare la mucosa
intestinale danneggiata (ulcere, fessurazioni, porosità) e ripristinare una corretta flora intestinale, correggendo la disbiosi, che si accompagna sempre a una patologia intestinale. L’Hericium è, quindi, un valido alleato nella terapia delle malattie intestinali infiammatorie: si può dare da solo o associato con altri funghi terapeutici, che agiscono in sinergia (Shiitake, Pleurotius, Plerotus), sfruttando le tante proprietà terapeutiche antiossidanti, antinfiammatorie, rigenerative, antineoplastiche.

Ricordarsi sempre che le malattie infiammatorie intestinali croniche possono degenerare in tumori, come adenocarcinomi e linfomi, e quindi è fondamentale una terapia preventiva antitumorale con rimedi naturali, come la micoterapia.

Dott. Alessandro Prota

Veterinario Esperto in Medicina Naturale

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