Collare elettrico, il maltrattamento invisibile
6 dicembre 2011
6 min

Collare elettrico, il maltrattamento invisibile

maltrattamenti

Posto che questo attrezzo dovrebbe essere ritenuto, da tutti i cinofili veri, uno strumento brutale e cruento, assolutamente immorale oltre che anacronistico, mi accorgo invece, con mio grande stupore e mia grande tristezza, che all’interno della grande schiera di istruttori ed educatori cinofili contemporanei c’è ancora chi ne giustifica l’uso.

Il collare elettrico è un vero e proprio strumento di tortura, retaggio di una cinofilia preistorica, barbara e violenta, fondata sull’ignoranza e sulla coercizione, tipica espressione di un’ideologia bizzarra che NON riconosce il cane come individuo senziente, con una sua precisa identità, capace di provare emozioni, avente diritto al benessere dato dalla soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali e assolutamente legittimi. 


Nonostante sia ben evidente che questo strumento arrechi grande dolore al cane, un dolore fisico e psicologico i cui traumi lasciano segni indelebili durante l’intera vita del cane, c’è ancora chi sostiene che il collare elettrico sia utile in addestramento.

 

Sono consapevole del fatto che tutti, (e per tutti intendo i proprietari in buona fede), quando fanno qualcosa con o per il loro cane, sono convinti di fare la cosa giusta per il bene del loro compagno a quattro zampe, anche quando inconsapevolmente gli stanno, invece, facendo del male! Però ci sono comportamenti che vanno oltre la buonafede e che non possono avere nessuna giustificazione: applicare il collare elettrico ad un cane rientra tra questi comportamenti vergognosi! Nessun umano che usi questi strumenti di sevizie potrà mai appellarsi alla buona fede!

 

Gli effetti disastrosi che produce questo strumento sono indiscutibili, la sofferenza del cane che subisce le scosse elettriche è innegabile. La buona fede, quindi, non potrà mai costituire un’attenuante per chi fa uso di collari elettrici, tanto più che le tecniche addestrative sono progredite negli anni, mettendo oggi a disposizione dei professionisti più progrediti, metodi molto più intelligenti ed efficaci, assolutamente gradevoli per il cane, basati sulla ricompensa, sulla cooperazione, sul gioco e sulla gratificazione. Eppure, ancora esiste chi sostiene l’utilità del collare elettrico…

 

In questi casi, l’unica difesa dei diritti di questi poveri animali maltrattati, la cui unica colpa è quella di appartenere a cattivi padroni, potrà venire da una legge che bandisca il commercio, l’uso e la detenzione di questi strumenti di tortura! Purtroppo questa stortura del mondo cinofilo la dice lunga su quanto il cane debba sopportare da e per l’uomo in nome di quell’arcaica alleanza ormai da quest’ultimo abbondantemente vilipesa e tradita quotidianamente… Molti sono i dolori che il cane sopporta per noi, alcuni ben evidenti, altri non sempre così lampanti, non sempre così cruenti, ma altrettanto devastanti…

 

Infatti, se da un lato l’uso del collare elettrico viene riconosciuto dai più come un evidente segno di maltrattamento e aborrito dalla maggioranza dei cinofili che possano definirsi tali, dall’altro, un “maltrattamento invisibile” ed inconsapevole viene quotidianamente perpetrato e propinato (in buona fede) a migliaia di cani senza che nessuno abbia a obiettare, con conseguenze nefaste sul benessere del cane. Quando si verifica ciò? Tutte le volte che, o per negligenza, o per ignoranza o per egoismo, al cane non viene concesso di soddisfare i suoi bisogni fondamentali, vale a dire tutte le volte che al cane non viene concesso “di essere e di fare il cane”! Esiste un esercito canino vittima innocente del “maltrattamento invisibile!”. Cagnolini vezzeggiati e spupazzati come fossero neonati o peluches, antropomorfizzati all’inverosimile, a cui fare assumere atteggiamenti umani e far perdere atteggiamenti tipici della specie canina! Cani a cui viene impedita la socializzazione coi loro simili! Cani che non vengono portati fuori di casa neppure per fare i bisogni!

 

Cani “da borsetta” a cui viene impedito di camminare, per strada!

Cani tenuti in giardino per tutta la loro esistenza a languire di noia!

Cani “anti ladro” improbabili deterrenti, a guardia di capannoni industriali!

Cani a cui viene permesso e concesso tutto!

Cani cresciuti senza regole e senza aver imparato che nel vocabolario umano (ma anche canino) esiste anche il NO!

Cani cresciuti senza una guida sicura e affidabile!

Cani il cui unico scopo è quello di surrogare affettività umane, altrimenti inesistenti!

Cani senza relazioni valide!

Poveri cani!

Vittime inconsapevoli di un maltrattamento silente, più subdolo del collare elettrico, meno cruento, ma assolutamente altrettanto deleterio. Molti (per fortuna) si indignano per l’uso del collare elettrico, pochi (purtroppo) si indignano per il maltrattamento invisibile! Pochi sanno che il benessere del cane si realizza attraverso la soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali. Pochi sanno quali sono i reali bisogni del cane. Non tutti hanno la stessa opinione su questi princìpi! Come mai? Per via una caratteristica peculiare dell’uomo : l’individualità.

L’individualità di ognuno di noi rende molto precario il benessere del cane, perchè la differenza tra i vari comportamenti, più o meno rispettosi del benessere di Fido, come al solito, è data da molti elementi del “fattore umano”, tra i quali sensibilità, maturità, empatia, affettività, carattere, cultura, affettività, conoscenza ed esperienze di ogni singolo individuo! Purtroppo o per fortuna queste qualità non sono cose che si comprano al supermercato, quindi, ognuno di noi si comporta per “come è fatto”! Ed ecco perchè alcune persone, per esempio, si spingono oltre i confini del buonsenso, arrivando assurdamente a paragonare il clicker training all’uso del collare elettrico, mentre altre sono convinte che tenere il cane relegato in giardino sia un bene per la sua salute.

 

Ecco perchè alcune persone sono convinte che il benessere del loro cagnolino passi attraverso la quantità di vestitini che indossa, mentre altre credono che tenerlo a oziare sul divano sia indizio di amore e rispetto. Ecco perché alcuni credono che trattare il cane come un bimbo inetto sia fondamentale per un buon rapporto, mentre altre sono sicure che il loro cane debba vivere libero di decidere quello che più gli aggrada. E avanti così si potrebbero portare tantissimi esempi. Indubbiamente per le crudeltà evidenti dovrebbe intervenire la legge! Per le crudeltà nascoste, purtroppo, non si può fare molto perchè sono riconducibili a opinioni e interpretazioni personali della parola benessere. Tuttavia, credo che parlare, scrivere, leggere, informarsi, aiuti a crescere e aiuti lo scambio. Scambio che in alcuni casi potrà produrre cambiamenti, in altri no! Purtroppo o (per alcuni personaggi) per fortuna, il cane non parla e va interpretato. L’arte di interpretare i cani è un’arte difficile che non tutti conoscono. Di conseguenza, se per i maltrattamenti evidenti Fido spera nella legge, per quelli invisibili continuerà a subire in silenzio.

 

Carmen Pasquali

 

Istruttrice-educattrice cinofila

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