L'educazione del cucciolo
3 maggio 2013
3 min

L'educazione del cucciolo

Fino a qui avete letto tanto, tantissimo su quelli che sono i doveri dell’allevatore e sul perché un cucciolo vada cercato in maniera accurata e non a lume di naso ma… anche il miglior cucciolo, allevato dal migliore allevatore, non potrà mai diventare un adulto educato – o utile in qualche attività sportiva – senza l’impegno del proprietario. Il proprietario deve continuare il lavoro iniziato dall’allevatore, lo deve al cucciolo e lo deve all’allevatore che non vuole vedere svanire i suoi sforzi selettivi ed educativi.

Il cucciolo deve, nell’ordine:

1)   essere abituato alla casa (se starà in casa), il che significa che deve imparare a sporcare fuori, a non morsicare e a non distruggere tutto quello che trova;

2)   imparare a stare a casa da solo senza farsi prendere dal panico. Un simile apprendimento è utile anche per i cani che staranno in box o in giardino;

3)   proseguire il programma di socializzazione con persone, ambienti, situazioni, rumori, eccetera. Il punto 3 deve essere sempre rispettato, specie se il cucciolo è stato adottato a meno di tre mesi;

4)   Proseguire il programma di socializzazione con gli altri cani. Anche il rispetto del punto 4 è fondamentale, se il cucciolo è stato adottato a meno di tre mesi. Un grande aiuto viene dalle puppy class;

5)   continuare nell’apprendimento del controllo del morso. I punti 3 e 4 sono propedeutici al punto 5;

6)   apprendere il significato dei comandi di base come no, seduto, terra, vieni, eccetera.

È fondamentale continuare a lavorare, anche a casa, sulla socializzazione del cucciolo. Se il cucciolo viene adottato a 60 giorni, tuttavia, non ha ancora terminato il ciclo delle vaccinazioni ed è possibile che non sia ancora coperto dai vaccini. Per questo motivo tanti veterinari raccomandano di non fare uscire il cucciolo di casa. Si tratta di una raccomandazione da valutarsi alla luce del buonsenso: è dovere del proprietario garantire sia la salute fisica del cane sia quella psichica, quest’ultima non può essere garantita impedendo al cane di esplorare e di interagire con l’ambiente che lo circonda. Il proprietario deve fare incontrare queste due esigenze in un punto ideale, non deve, per esempio, portare il cucciolo in luoghi frequentati da molti cani (parchi, aree cani, zone di città dove vivono molti cani) e non deve posarlo sul pavimento della sala d’attesa del veterinario o sul marciapiede davanti all’ambulatorio. D’altra parte il proprietario deve creare occasioni di socializzazione in ambienti sicuri e, quindi, invitare persone a casa propria, portare il cane a casa di amici che ne accettano la presenza e familiarizzarlo con cani equilibrati e sani. Se è piccino, può portarlo in luoghi affollati tenendolo in braccio (o in uno zainetto) o nel carrello dei centri commerciali che ne consentono l’ingresso. Il proprietario può, quindi, continuare la socializzazione a livello domestico, copiando quanto fatto dall’allevatore (vedere articoli precedenti) e creando attorno a sé situazioni nuove ma al contempo sicure.

 

Emanuela Michielin