Il cane che fugge
31 gennaio 2014
3 min

Il cane che fugge

Gino non ha mai fumato nella sua vita. Seduto sul divano con lo sguardo perso nei suoi pensieri, ode lo spignattare in cucina della Pina. Un luccichio anima l’occhio spento e con improvvisa vigoria si alza, prende la giacca e si avvia lungo il corridoio con passo lesto. Una voce stanca e ovattata lo raggiunge: “Dove vai?”. “A comprare le sigarette”, rispose deciso. “Torna presto”, si sentì ribadire dal cucinotto in penombra. La signora Pina ieri sera a ‘’Chi l’ha visto” con la voce rotta singhiozzava in diretta e flebilmente ripeteva come una cantilena: “ Non l’ha mai fatto…non l’ha mai fatto”.

Quella parte gitana e vagabonda che c’è in ogni essere intellettualmente vivente ha bisogno di ancore, certezze, calore e condivisione di vita per fermare le sue ali…uomini e cani egualmente animali.

Il vagabondo cane di canile conosce il mondo, in fondo è uno ‘’scugnizzo’ per vocazione o condizione; spesso reduce da maltrattamenti e minacce, poco si fida dell’amico improvviso. Ne ha viste tante nella sua vita e moltissime non erano belle. La sua conquista, la sua attenzione non parte dalla ciotola, ma dall’interesse e dal coinvolgimento nelle nostre faccende quotidiane. Il gioco e il calore delle carezze, la certezza della tutela, il rispetto delle regole e la totale assenza di violenza sono l’unica molla che lo unirà a noi. La conquista consapevole di uno stato emozionale piacevole aprirà nella sua mente il varco giusto, se a questo uniamo la piacevolezza di scoprire nuovi stimoli e competenze, la scoperta di essere insostituibile fornirà a lui stesso il motivo della sua esistenza e della sua presenza.

Il cane di razza vezzeggiato e coccolato è come un ragazzino che scopre la vita. Il fascino della scoperta lo “attizza’’ molto di più dello stare stravaccato sul solito divano. Che cosa insulsa sono per lui quelle stupide richieste “seduto’’ = biscottino e ancora “ terra”= bocconcino, tanto prima o dopo viene l’ora della ciotola.

Ci sono cose molto più interessanti nella vita, come annusare una bella pipì fresca, correre a perdifiato senza nessuno che ti richiami, fare rissa con quel maschio prepotente…un adolescente nel paese dei balocchi. Un ragazzo vissuto sotto una campana di vetro che si chiede chi è e cosa sarebbe capace di fare senza quello stupido umano, il fascino della scoperta di quelle competenze che mai le sono state permesse. La sua pancia è sempre stata piena, della sua testa e del suo cervello nessuno si è mai occupato un granché.

Gino ha realizzato di essere solo, nessuna comprensione e partecipazione, nessuna consapevolezza della Pina, inconsapevole dell’essere che le viveva accanto, inconsapevole del suo essere astemio da “ nicotina”. Uomo e cane accomunati nella cattiva sorte dell’essere ignorati come entità!

Esistono due termini che sono comunemente usati dagli amici anglosassoni. House indica la casa come edificio composta da mura fredde e tetto per le intemperie. Home indica la casa come calore affettivo, gruppo sociale coeso e attivo, dove ciascuno è importante e considerato per quello che effettivamente è, per quello che sono i suoi desideri e le sue capacità.

Non ci sono fuggitivi dai luoghi dove è bello vivere, collaborare e sentirsi accettati. Non esistono catene o gabbie dorate che possano contenere il desiderio della fuga, anche quando sembriamo presenti…siamo in effetti altrove. La signora Pina ha deciso di ravvedersi, il sig. Gino poco esperto in fughe è stato riacciuffato. Il futuro ci dirà se la Pina ha imparato qualcosa.