Tale periodo inizia con la nascita e finisce con l’apertura degli occhi. In questi primi giorni il cucciolo ha limitate capacità, vive in un luogo ben protetto, organizzato dalla madre. Il cucciolo è cieco e sordo, è completamente dipendente dalla madre per tutti i suoi bisogni. Durante questo periodo, la corteccia cerebrale non è ancora completamente formata, però, le parti inferiori del cervello funzionano, responsabili delle reazioni primarie o dei comportamenti primitivi. Sono dei riflessi che permettono al cucciolo di sopravvivere, di cercare una fonte di calore e una fonte di nutrimento. Alla nascita sono il tatto e proprio la ricerca di una fonte di calore che gli permettono di interagire con il mondo. Tale ricerca è un’esigenza importante. La parte del cervello che regola la temperatura corporea, aumentandola quando fa freddo e abbassandola quando fa più caldo, non funziona. Il cucciolo, quindi, dipende da una fonte di calore esterna per potersi riscaldare. Ѐ la mamma a provvedere e nel caso in cui sia assente, è necessario tenere al caldo il cucciolo: in genere gli allevatori usano lampade a infrarossi, personalmente preferisco mantenere una temperatura costante dai 22 ai 25 gradi. Durante questa fase, il piccolo non riesce a eliminare escrementi e urina da solo, poiché le strutture nervose che permettono di sentire che la vescica o il retto siano pieni e provocare la defecazione o la minzione non funzionano ancora. Grazie al “riflesso perineale”, il cucciolo riesce a eliminare. Fino a un mese di età, il piccolo pet fa i suoi bisogni solo ogni volta che è stimolata la regione del perineo, che si trova tra l’ano e l’apparato genitale: solitamente la madre provvede a quest’operazione, ingerendo urina e escrementi dei suoi piccoli. La cagna colpisce in modo regolare e con il naso il fianco dei cuccioli per farli voltare: in genere, questi emettono dei vocalizzi e la madre lecca la loro regione perineale per provocare l’eliminazione di urina ed escrementi. Ѐ proprio questa interazione tra madre e piccolo che costituisce la base per la futura posizione di sottomissione del cane adulto. Un residuo di questa interazione si può osservare in una reazione del cane abbastanza diffusa, cioè quando emette un po’ di urina trovandosi di fronte a un suo simile che ringhia minacciosamente o a un essere umano arrabbiato, ciò dopo aver assunto la posizione di sottomissione. Un comportamento primitivo come questo può diventare, in seguito, un elemento molto importante nella comunicazione del cane adulto. In questo periodo il cucciolo ha poche competenze, non è autonomo sul piano motorio e non è in grado di sollevarsi sulle zampe. In particolare, attraversa due fasi: una in cui sono i muscoli flessori a predominare e il cucciolo utilizza le vie nervose per contrarsi, ma non per estendersi; nella seconda fase, invece, predominano i muscoli estensori su quelli flessori. Solo una volta superate queste due fasi, alla fine del periodo neonatale e all’inizio di quello di transizione, riuscirà a sollevarsi sulle zampe anteriori. Il solo modo per spostarsi è la reptazione, cioè strisciando. Pian piano che passano i giorni, il piccolo impara a strisciare con disinvoltura, riuscendo a percorrere distanze sempre più grandi, anche se la mamma non permette che i suoi piccoli si allontanino dal nido, tanto che se qualcuno si allontana, tende a ricondurlo nel gruppo.
Dott.ssa Giusy Mazzalupi – www.animallearn.it