Ingestione di corpi estranei: un'emergenza comportamentale
29 settembre 2015
4 min

Ingestione di corpi estranei: un'emergenza comportamentale

Ingestione di corpi estranei: un’emergenza comportamentale

Le patologie da ingestione di corpi estranei o da assunzione di sostanze o piante tossiche o l’ingestione accidentale di farmaci costituiscono un’ampia casistica nell’ambito delle emergenze affrontate da una struttura veterinaria. Palline neanche tanto piccole, giocattoli per bambini, mollette, pietre di tutte le forme e dimensioni, singole e multiple, chiodi e pezzi di ferro, suppellettili di casa, chiavi vengono ingeriti non certo perché sono appetitosi; altri corpi estranei vengono ingeriti perché, invece, lo sono come i rivestimenti degli insaccati, gli spiedini degli involtini, ossa di pollo o di coniglio o perché hanno un odore particolarmente attraente, come la biancheria intima dei proprietari, ma anche fazzoletti e tovaglioli di carta. Poi ci sono le forme di avvelenamento/intossicazione per ingestione di piante, come l’oleandro, la cicas, l’azalea, la stella di natale, il narciso, il rododendro o di farmaci usati dai proprietari: antidepressivi, antinfiammatori, antiparchinsoniani, antidiabetici.

Di fronte a emergenze di questo tipo, vengono adottate tutte le cure mediche e/o chirurgiche possibili per salvare la vita dell’animale. I sintomi a volte sono drammatici: forte depressione, collasso, salivazione intensa, respiro accelerato e affannoso, vomito ripetuto e conati di vomito; Altre volte sono subdoli: disappetenza, rifiuto a muoversi, addome contratto. In ogni caso, mettono in allarme il proprietario che si precipita dal veterinario.

Nella maggior parte dei casi l’intervento del medico veterinario è risolutivo e riesce a evitare il peggio. L’avventura, quindi, si risolve in uno scampato pericolo, i proprietari sono contenti, il medico veterinario è soddisfatto e il paziente sta bene. E… purtroppo il problema si ritiene risolto! Per non parlare di quei casi in cui il cane viene operato due volte o tre per lo stesso motivo: ingestione, ad esempio, di pietre. Alla fine sono sempre tutti contenti, i proprietari un po’ meno per le spese che devono sostenere…

resize

Ci si dovrebbe interrogare sulle cause di queste ingestioni inappropriate per evitare di ricorrere spesso al pronto soccorso veterinario. Quante volte il proprietario riferisce al medico veterinario che il proprio cane infila il muso nella spazzatura ogni volta che ne ha l’occasione o che in passeggiata afferra tutto quello che gli capita a portata di bocca, o che ha la “passione” per le pietre, o che se trova qualche oggetto in casa incustodito lo ingerisce subito? Questi comportamenti dovrebbero essere presi in considerazione come campanelli d’allarme di anomalie comportamentali, che se prontamente diagnosticate e curate possono evitare tanti dispiaceri ai proprietari e rischi per la vita dell’animale.

Una valutazione comportamentale di base nell’ambito della visita clinica permetterebbe, quindi, di rilevare sintomi di disturbi comportamentali e di intervenire tempestivamente.

Ad esempio, quei cani che sono alla continua ricerca di cibo e che ingurgitano qualunque cosa, anche appena commestibile, hanno un problema di bulimia. La bulimia può essere sintomo di patologie comportamentali come la depressione cronica e l’ansia permanente, questi cani in pratica sono ossessionati dal cibo e spesso sono cani obesi. Il dramma sta nel fatto che per il proprietario il cane obeso e che mangia con “grande appetito” è un cane felice e sano. Questi cani, in verità, sono malati e infelici. Senza dimenticare che l’obesità di per sé è portatrice di altre malattie: diabete, artropatie, sovraccarico di lavoro per il cuore. Ma la bulimia può anche essere sintomo di malattie organiche come alcuni tumori, squilibri ormonali o la sindrome maldigestione-malassorbimento.

Penso che a questo punto della riflessione sulla patologia “da corpo estraneo” sia evidente la necessità di includere la diagnosi comportamentale tra tutte le possibili diagnosi riferibili a quel corredo sintomatologico, cioè all’inizio della visita e non dopo avere fatto una serie di approcci diagnostici con esito negativo, per rivolgersi al medico veterinario comportamentalista quando non si sa più che fare. A quel punto si sarà perso tempo prezioso e la patologia sarà peggiorata.

Potrei anche parlarvi dei cani iperattivi, specialmente dei cuccioloni che ingurgitano gli oggetti più strani, o dei cani anziani con lo stesso problema affetti da depressione involutiva, ma non vorrei annoiarvi con un trattato di medicina comportamentale, d’altronde questo è un articolo divulgativo che ha lo scopo di sensibilizzare nei confronti delle patologie comportamentali. Beh! Vi dico solo che se vi trovate in presenza di questo tipo di sintomi richiedete, al vostro medico veterinario di fiducia di potere effettuare una visita con un medico veterinario comportamentalista.

 

Gaspare Petrantoni