Insegnare al cucciolo a stare solo in casa
17 novembre 2014
5 min

Insegnare al cucciolo a stare solo in casa

Quando il cucciolo arriva in casa, siamo totalmente proiettati su di lui, non lo perdiamo d’occhio un minuto, in alcuni casi prendiamo giorni di ferie dal lavoro per affrontare con tranquillità il periodo d’inserimento in famiglia. Lo accudiamo, lo aiutiamo a familiarizzare con la casa e con le nostre abitudini. Per settimane il piccolo ci segue dappertutto, come un’ombra. Questo ci gratifica e ci diverte molto e inconsciamente finiamo per favorire le sue richieste di attenzione. Poi però gli impegni di lavoro e la routine quotidiana tornano a fare pressione e ci rendiamo conto di dover affrontare in fretta il problema di dover lasciare il cucciolo da solo in casa. Ci chiediamo se soffrirà il distacco, come reagirà in assenza di tutte le attenzioni che gli abbiamo riservato fino a quel momento, se farà danni in casa o disturberà i vicini piangendo e abbaiando per ore. Preoccupazioni normali che possiamo facilmente superare se pensiamo al momento della separazione tra cane e proprietario come a qualcosa di perfettamente naturale, un evento che capita di tanto in tanto e che non ha conseguenze negative per nessuno. 

Bastano delle semplici accortezze per abituare in maniera delicata e graduale il cucciolo a stare da solo in casa. È fondamentale procedere a piccoli passi. Cominciamo chiudendo una porta tra noi e il cane. Ad esempio, entriamo nella nostra camera da letto lasciandolo fuori. Facciamo tutto ciò che dobbiamo fare con tranquillità. Il cucciolo potrebbe piangere, grattare la porta o abbaiare. Dobbiamo ignorarlo completamente. Riapriremo la porta solo quando avrà smesso. È molto probabile che ci accoglierà facendoci le feste, come se fossimo stati lontani per giorni! Continueremo ancora a ignorarlo: non gli parleremo, non lo guarderemo e non lo toccheremo. Solo dopo qualche minuto, quando avrà smesso di cercare di attirare la nostra attenzione, lo chiameremo e ci dedicheremo un po’ a lui. Ignorare le richieste di attenzione del cane è importante per far sì che la solitudine sia vissuta serenamente, come una condizione normale: aprire la porta al primo guaito o riempire di attenzioni il cucciolo equivarrebbe a dare eccessiva importanza alla separazione che verrebbe di conseguenza vissuta con disagio e preoccupazione.

Per questo motivo è altrettanto importante iniziare a ignorare il cane poco prima di lasciarlo solo, in modo da non privarlo bruscamente delle nostre attenzioni. In questo modo, il distacco non avviene in maniera improvvisa ma graduale: siamo lì, il piccolo ci vede, ma noi non interagiamo con lui. Quando entriamo nella stanza e lo lasciamo fuori, è più facile per lui sopportare la nostra momentanea assenza.

Facciamo questo esercizio per pochi minuti più volte il giorno e, quando avremo ottenuto il risultato desiderato, passeremo allo step successivo e aumenteremo i tempi. Cominceremo, quindi, a uscire da casa per un breve lasso di tempo, evitando di salutare il cane o di rassicurarlo parlandogli prima di uscire. Al nostro ritorno, gli concederemo attenzioni solo quando sarà tranquillo. Se saremo costanti e pazienti, in pochi giorni cominceremo ad apprezzare i primi risultati.

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Lavorare sul distacco cane-proprietario è fondamentale per il corretto sviluppo cognitivo ed emotivo del cucciolo. Il percorso che andiamo ad affrontare in questo contesto ci porta, infatti, a intervenire sulle emozioni del cane: il disagio che può provare nel rimanere solo, l’euforia nel vederci rincasare e nel ricevere una gratificazione da parte nostra, e così via. A mio parere, lavorare sulle emozioni attraverso le emozioni è fondamentale per affrontare in modo sereno questo importante aspetto dell’educazione del cane. La gratificazione, infatti, non costituisce solo un premio, ma anche uno strumento fondamentale che utilizziamo per insegnare al cucciolo a controllare le proprie emozioni e ad affrontare ogni situazione con lucidità. Vogliamo, infatti, che in nostra assenza rimanga tranquillo. Nello svolgere questi esercizi quindi, è necessario che anche noi manteniamo sempre uno stato d’animo calmo e rilassato: ad esempio, quando sarà il momento di chiamare il cucciolo per salutarlo, faremo attenzione a non stimolarlo troppo con coccole eccessivamente intense e chiassose. Il nostro rientro in casa è di per sé motivo di gioia per il cane e l’obiettivo del lavoro, lo ricordiamo, è far sì che il piccolo viva la nostra assenza come una condizione normale della vita quotidiana, pertanto la gratificazione che andremo a dare dovrà essere commisurata. Rientrare in casa, ignorare il cucciolo finché non si calmi per poi salutarlo con festeggiamenti esagerati è controproducente. La nostra assenza non è una cosa così grave da giustificare tanta euforia

Quanti di voi rientrando in casa perdono il controllo salutando mogli/mariti/compagni? Con il nostro cane dovremmo adottare lo stesso tipo di comportamento. Lui conserverà sempre la gioia nel vederci tornare a casa, arriverà sempre scodinzolando a farci le feste, ma lo farà rimanendo tranquillo e controllato. Crescerà sereno, avrà maggiore fiducia in se stesso e noi diventeremo per lui un punto di riferimento fondamentale.

 

Arianna Nero

Educatrice cinofila A.P.N.E.C

a.educinofila@gmail.com