Introduzione all'educazione di base
20 marzo 2013
8 min

Introduzione all'educazione di base

L’educazione del proprio cane inizia da quando lo si porta a casa! Tutto quello che facciamo con il nostro cucciolo è un contributo alla sua educazione, ossia al suo inserimento corretto nella nostra vita sociale, oppure il contrario. La cosa più importante di tutte è creare una buona relazione. Così come accade fra noi umani, presupposti per costruire una relazione sono: la frequentazione, il contatto fisico, il gioco e attività piacevoli vissute insieme, il prendersi cura dell’altro e provvedere ai suoi bisogni.

Tutte queste cose dovremo essere in grado di offrire al nostro cucciolo! Il che significa, per esempio, non lasciarlo solo troppo tempo nella giornata, non relegarlo nel giardino isolandolo da una vita sociale indispensabile per lui, trascorrere parte del tempo insieme in attività piacevoli e stimolanti dal suo punto di vista, sottoporlo al ciclo vaccinale, a un corretto trattamento antiparassitario, equilibrare la sua alimentazione al meglio. Affrontare con lui quelle che potrebbero essere delle piccole insicurezze iniziali, come la paura dei rumori cittadini, dell’aspirapolvere, ecc. Abituarlo a luoghi diversi, socializzarlo alle persone, agli altri cani e animali.

L’educazione è, anche, insegnargli a rispondere positivamente ad alcune richieste (comandi di base), che sono indispensabili nella vita di tutti i giorni, perché lo rendono obbediente e dunque facilmente e tranquillamente gestibile. Queste lezioni devono essere brevi ma regolari, cioè eseguite almeno una volta il giorno e in una zona tranquilla, priva di distrazioni come rumori, animali, persone. Per la fase iniziale va benissimo il salone di casa! In seguito passeremo all’esterno, ma ancora in luoghi protetti e privi di distrazioni, per poi esercitarci anche alla presenza di altre persone e altri cani.

All’inizio è bene lavorare per non più di cinque minuti. Con la crescita del cane e anche della sua motivazione, cioè quando avrà capito di cosa si tratta e aspetterà questi momenti con gioia, il tempo potrà essere raddoppiato e poi ulteriormente esteso. Due cose sono importantissime: finire prima che il cane si stanchi e quando è nel pieno della voglia di fare così da lasciargli la voglia di iniziare di nuovo al più presto e finire sempre in positivo, cioè dopo che ha bene eseguito quello che gli abbiamo chiesto. Mai chiudere con un fallimento. Per ottenere ciò, nel caso in cui l’esercizio del giorno dovrebbe risultare di difficile comprensione o esecuzione per il nostro amico, torneremo un passo indietro, a una fase o a un esercizio che è in grado di compiere.

Il comando che gli impartiamo, attendendo la sua risposta, deve essere ripetuto una o al massimo due volte: dobbiamo lasciargli il tempo di ragionare sulla richiesta e di eseguirla o provare. Se il cane non risponde correttamente, ricominciamo da capo senza spazientirci per adeguarci ai suoi, tempi interrogandoci se la richiesta è stata sufficientemente chiara.

Gli insegneremo tutto attraverso il rinforzo positivo, cioè sarà premiato ogni volta che risponde e obbedisce al comando, attraverso piccolissimi snack, pezzetti di wurstel o di formaggio, con il nostro elogio vocale e tante coccole.

Infine, ma importantissimo: non iniziamo mai una sessione di educazione quando abbiamo fretta o magari siamo stanchi e nervosi. Non sgridiamo mai se sbaglia a eseguire l’esercizio: ignoriamo con pazienza gli errori (la nostra indifferenza è già una punizione per lui), ricominciamo da capo e premiamo con prontezza ed entusiasmo i suoi successi.
 
Possiamo dire che i comandi essenziali e indispensabili ai quali il cane deve saper rispondere, sono cinque.

PIEDE
La passeggiata quotidiana deve essere piacevole per noi e stimolante per il cane, che non deve trascinarci per la strada, ma camminare al nostro fianco senza tendere il guinzaglio. Iniziamo a camminare pronunciando il comando “Piede”. Se il cane tira, è bene non tirare in direzione opposta ma allentare la tensione creata nel guinzaglio. Fermiamoci in silenzio senza guardarlo e aspettiamo che il guinzaglio non sia più in tensione e magari che lui si sia rivolto verso di noi. Premiamolo ed elogiamolo, poi ricominciamo a camminare. Cambiamo spesso direzione, così da sorprendere il cane e indurlo a prestarci attenzione. Con costanza e premiando i comportamenti corretti, il cane imparerà presto che non va da nessuna parte se non è al nostro fianco con il guinzaglio morbido.
Potrebbe essere positivo utilizzare una pettorina al posto del classico collare, perché gli arreca meno disturbo. Eventuali strattoni che può subire a livello del collo, anche solo a causa del suo tirare, sono delle pressioni molto delicate che stimolano negativamente tutta una fascia importante di muscoli presenti appunto nel collo. La zona del collo ha per il cane un’importante funzione “sociale”: i cani usano la presa al collo per procurarsi il serio rispetto dei loro simili, seguendo regole e metodi ben precisi appresi fin da cuccioli dalla madre e attraverso i giochi e i rituali con i propri fratelli. La pettorina, invece, non va ad agire su zone così “socialmente” delicate per il cane e rafforza positivamente il rapporto con il proprio conduttore. Con la pettorina il collo è libero anche quando tratteniamo il cane, che può così annusare il terreno senza vincoli, cosa che lo soddisfa enormemente. Annusare per terra è spesso per il cane anche un segnale calmante, utilizzato per comunicare con gli altri cani. Anche girare la testa e distogliere lo sguardo sono importanti segnali calmanti utilizzati nella comunicazione tra cani: la pettorina lascia, quindi, il cane libero di comunicare mentre è al guinzaglio, cosa che non accade quando ha il collare. Ci sono tantissimi modelli in commercio e spesso sono assolutamente modelli inappropriati. Le pettorine “scapolari” non sono adatte, poiché limitano il movimento corretto delle spalle e di tutto il treno anteriore. Il modello migliore è rappresentato dalla cosiddetta pettorina ad H.
 
VIENI
È l’esercizio più importante. Il cane deve essere pronto e felice di raggiungere il proprietario quando è chiamato. Le prime volte possiamo farci aiutare da un amico, il quale tratterrà il cane mentre noi ci allontaniamo di qualche metro. Poi rivolti verso di lui e con le braccia aperte – o che battono contro le nostre ginocchia – e con voce festosa, pronunciamo il suo nome e il comando “Vieni”. Premiamo il cane con un bocconcino quando sarà arrivato da noi e ci pieghiamo per accarezzarlo sotto il collo ed elogiarlo. Possiamo ripetere questo esercizio per cinque volte. Fondamentale è non sgridare mai il cane se non viene al richiamo, perché la nostra rabbia non farebbe altro che allontanare ancora di più il cane da noi. Mai dovremo inseguire il cane, perché nella migliore delle ipotesi lo prenderà come un gioco e quindi andremo a incitare la sua corsa piuttosto che il ritorno verso di noi; nella peggiore come una minaccia. Infine, mai richiamare il cane solo per riportarlo a casa. Chiamiamolo, premiamo il ritorno e lasciamolo andare qualche volta durante tutta la passeggiata in modo che non associ il “vieni” alla fine del divertimento.
 
SEDUTO
Disponiamoci frontalmente al cane e richiamiamo la sua attenzione sul cibo che abbiamo in mano, permettendogli di annusarlo e di leccarlo. Mentre il cane è concentrato sulla nostra mano, la manteniamo a contatto con il suo muso e contemporaneamente la spostiamo sopra la sua testa e verso le spalle. Nel seguire con la testa la nostra mano, la maggior parte dei cani inclina il corpo indietro e si siede automaticamente. Mentre si siede gli diremo gentilmente “Seduto” e gli concederemo immediatamente il premio e i nostri elogi. Anche questo esercizio è da ripetere almeno cinque volte ogni lezione per rinforzare il comportamento positivo. Quando avrà bene appreso l’esercizio e il comando, potremo eliminare il cibo e procedere allo stesso modo indicandogli il movimento solo con il dito che si sposta sopra la sua testa e il comando vocale.
 
TERRA
Il cane di fronte al conduttore (potrebbe facilitare l’esecuzione metterlo in posizione di seduto). Teniamo un bocconcino di fronte al muso del cane e lo portiamo verso il basso parallelamente al suolo, con un movimento a L. Mentre si sta sdraiando, pronunciamo la parola “Terra”, lo premiamo e lo elogiamo. All’inizio premiamo anche solo i tentativi di sdraiarsi anche se il cane non è perfettamente a terra. Quando si toglierà l’utilizzo del bocconcino, lo si potrà aiutare indicando il suolo con un dito e pronunciando il comando vocale.
 
RESTA
Il cane è di fronte a noi in posizione di seduto o di terra. Facciamo un passo indietro, tendendo la mano con il palmo aperto verso di lui e pronunciamo il comando “Resta” in tono basso e deciso, mantenendo con lui il contatto visivo. Torniamo rapidamente dal cane e premiamolo con un bravo e un bocconcino. Aumentiamo gradualmente la distanza e il tempo di attesa. Se il cane tenta di alzarsi e di raggiungere il conduttore, possiamo tentare di impedirglielo dicendo “No”. Se riusciamo a impedirgli di interrompere l’esercizio, ritorniamo da lui e premiamolo. Se invece non siamo riusciti a bloccarlo ed è venuto verso di noi, torniamo alla posizione di partenza e ripetiamo l’esercizio diminuendo la distanza o il tempo di attesa.