La fecondazione artificiale nella specie canina (2/2)
17 maggio 2012
3 min

La fecondazione artificiale nella specie canina (2/2)

Per esempio, nelle razze in cui la displasia dell’anca ha una elevata incidenza, potrebbe essere utile conservare il seme di stalloni geneticamente esenti da anomalie ereditarie ritenuti  qualitativamente validi, in possesso delle condizioni necessarie alla prevenzione di tale anomalia.

Le fattrici da avviare alla fecondazione artificiale, esenti da malattie genetiche, dovranno essere  assolutamente scelte tra quelle che già abbiano partorito in seguito ad accoppiamenti naturali e, in modo altrettanto naturale. Abbiano dimostrato di essere delle buone madri, sia come produttrici del latte necessario, sia sotto l’aspetto comportamentale.

Se poi per ogni maschio di cui si decida di conservare il seme, si producesse e conservasse anche un filmato dove fosse possibile evidenziare le sue qualità morfo – funzionali e un commento di quelle morali, sarebbe possibile un confronto più diretto ed esplicativo con gli stalloni in vita attiva al momento della valutazione.

Non ho trovato tra i regolamenti Enci, norme che riguardanti la fecondazione artificiale, alle quali però ha provveduto la Fci, che nel Regolamento internazionale allevamento inserisce nel preambolo, all’art.1 quanto segue: “I Paesi membri e partner per contratto della Federazione cinologica internazionale, (Fci) sono tenuti a rispettare il regolamento di allevamento internazionale della Fci”.

Nel capitolo “Inseminazione artificiale”, all’art. 13 del suddetto regolamento, si legge: “L’inseminazione artificiale non può essere effettuata su animali che non si sono precedentemente riprodotti naturalmente. Nel caso di inseminazione artificiale della fattrice, il veterinario che ha raccolto lo sperma dello stallone deve certificare, con un attestato da consegnare al servizio del libro origini del paese che registrerà i cuccioli, che lo sperma fresco o congelato proviene dallo stallone convenuto. Inoltre gli attestati previsti nell’Art. 7 (a – g) devono essere forniti gratuitamente al proprietario della fattrice dal proprietario dello stallone.

Tutte le spese sostenute per il raccoglimento dello sperma sono a carico del proprietario della fattrice. Le spese relative all’inseminazione sono anch’esse a carico del proprietario della fattrice. Il veterinario che procede all’inseminazione deve confermare al servizio del libro origini che la fattrice è stata fecondata con lo sperma dello stallone prescelto per la monta.

Su tale certificato, è bene precisare anche il luogo e la data dell’inseminazione, il nome ed il numero di iscrizione della fattrice al libro origini così come il nome e l’indirizzo del proprietario della fattrice. Il proprietario dello stallone che fornisce lo sperma deve consegnare al proprietario della fattrice, oltre all’certificato fornito dal veterinario, un certificato ufficiale di monta”.

Alla luce di quanto esposto ritengo si possa concludere che se da un lato la fecondazione artificiale nel mondo canino, quando rispettosa delle buone regole proposte, non desta l’interesse degli allevatori, dall’altro è sempre maggiormente richiesta per fecondare cagne che non sono in grado di esserlo naturalmente oppure per utilizzare stalloni privi o scarsamente dotati delle necessarie capacità coeundi, con evidente diffusione nelle razze di caratteristiche e patologie altamente degenerative e quindi nocive alla salute della popolazione, sia intesa come razza che come specie.

Lo stoccaggio del seme di stalloni d’eccellenza non ha ancora incontrato l’attenzione che meriterebbe, anche se in non poche razze potrebbe essere ed essere stato molto utile e privo di controindicazioni.