Mielopatia degenerativa del cane: l’importante è riconoscerla
21 novembre 2011
3 min

Mielopatia degenerativa del cane: l’importante è riconoscerla

Una volta descritta come mielopatia degenerativa del pastore tedesco, oggi si è visto colpisce varie razze di cani, specie quelle medio-grandi ma può colpire anche quelle piccole-medie occasionalmente può colpire anche il gatto L’eziologia più accreditata è quella immunitaria. Una patologia immunomediata dove la causa scatenante può essere uno squilibrio immunitario, tale squilibrio può partire da una carenza immunitaria (non a caso il pastore è il classico cane con un sistema immunitario carente, con predisposizione a dermatiti, intolleranze, allergie eccetera).
A volte questo squilibrio può avvenire dopo il superamento di alcune malattie virali, batteriche o protozoarie che innescano uno squilibrio nel sistema immunitario. Attraverso la circolazione delle meningi o il liquido cefalorachidiano questi anticorpi possono innescare l’infiltrazione di cellule infiammatorie con l’inizio della patologia. L’inizio della sintomatologia è subdolo il proprietario riferisce una debolezza del treno posteriore. Spesso tale debolezza si presume essere causata da una displasia delle anche, ma un esame neurologico attento mette in evidenza la patologia che avvolte può coesistere con altre patologie come: cauda equina, protrusioni discali eccetera, da qui l’importanza di escludere tutte le problematiche neurologiche ortopediche che possono giustificare l’incoordinazione del movimento.
Il proprietario deve però sapere che se presa in tempo la degenerazione si può rallentare consentendo al cane una vita dignitosa. Lo squilibrio immunitario che si va ad innescare può essere modulato con l’uso di citochine diluite che lavorano riequilibrando la serie immunitaria responsabile delle reazioni di autoimmunità Fondamentale in questi soggetti evitare tutti gli allergeni che possono continuare a squilibrare il sistema immunitario. Spesso questi cani sono soggetti predisposti ad intolleranze, allergie, con dermatiti autoimmuni con processi settici che recidivano perché hanno le difese immunitarie insufficienti.
Terapia: la terapia nella mielopatia degenerativa del cane non deve solo mirare a rallentare i processi infiammatori midollari, ma evitare di sovrastimolare il sistema immunitario con allergeni provenienti dall’alimentazione, vaccinazioni in eccesso ,inquinanti ambientali, antiparassitari, tenere la bocca pulita da placca batterica, curare eventuali focolai settici, favorire il movimento all’aperto su terreno morbido con passeggiate lunghe.
Non si può generalizzare una terapia standard perché ogni cane è una storia a sé. Certamente l’uso di antiossidanti come la vitamine E e B aiuta il microcircolo del midollo spinale con drenanti del connettivo e del linfatico, l’acido amino-caproico per la sua attività antiproteasica che inibisce la cascata antinfiammatoria, le citochine omeopatizzate per modulare l’infiammazione, il fattore di crescita nervino per la degenerazione dei neuroni e infine fondamentale è la fisioterapia, il movimento, il nuoto, e l’integrazione di amminoacidi per combattere l’atrofia muscolare, il nemico numero uno della malattia degenerativa.
In alcuni casi specie per combattere l’infiammazione per periodi brevi e intervallati l’uso del cortisone a dosi generose può favorire questi cani ad alzarsi e deambulare. In commercio ci sono dei presidi come bretelle che aiutano il cane a non sbandare nell’andatura.

Mielopatia degenerativa del cane, razze a rischio: Bernese Mountain Dog, Boxer, Cardigan Welsh, Corgi, Chesapeake Bay, Retriever, German Shepherd Dog, Kerry Blue Terrier, Pembroke Welsh, Rhodesian Ridgeback, Standard Poodle.