Che cosa fare prima dell'anestesia e dopo
15 novembre 2013
4 min

Che cosa fare prima dell'anestesia e dopo

L’anestesia generale in medicina veterinaria, a differenza di quanto accade in medicina umana, è praticata non solo per permettere l’esecuzione di interventi chirurgici, ma anche per affrontare tutte quelle situazioni in cui l’animale deve rimanere assolutamente immobile, come nel caso di visite lunghe e fastidiose, radiografie oppure alcune procedure particolari, quali la pulizia dei denti o la detartrasi.

I TIPI DI ANESTESIA 

Come accade in medicina umana, anche in quella veterinaria si fa una distinzione tra l’anestesia iniettiva e quella inalatoria

L’anestesia iniettiva si basa sulla somministrazione di sostanze per via endovenosa o intramuscolare. Nel caso dell’anestesia inalatoria, invece, l’animale riceve – tramite una maschera facciale o un tubo che viene posizionato in trachea – una miscela di gas tra cui ossigeno e gas anestetici. Ѐ possibile anche l’associazione di entrambi i tipi di anestesia.

La scelta del tipo di anestesia, effettuata dal veterinario, tiene conto del tipo di intervento e delle condizioni di salute dell’animale.

Generalmente all’animale sottoposto ad anestesia generale viene rasata una piccola area della zampa anteriore, al fine di facilitare la somministrazione delle sostanze anestetiche e/o medicinali nel corso dell’intervento operatorio. Il pelo rasato di solito ricresce in 6/8 settimane.

Prima di sottoporre il cane a un’anestesia generale, è consigliabile osservare un digiuno di almeno 12 ore, che assicura nella maggior parte dei casi lo svuotamento dello stomaco. Di norma, salvo la chirurgia d’urgenza, è consigliabile evitare l’anestesia di un soggetto a stomaco pieno, in quanto potrebbe comparire il vomito, con la possibile aspirazione del materiale alimentare nelle vie respiratorie. L’acqua, invece, può essere lasciata a disposizione dell’animale fino a poco prima dell’anestesia (fino a circa 2 ore prima). 

IL RISVEGLIO 

All’anestesia generale segue la fase del risveglio, che rappresenta il ritorno alla coscienza, la cui durata è in relazione al tipo di anestesia praticata, al tipo di anestetico utilizzato, all’età, alla razza e alle condizioni di salute dell’animale.

IL RITORNO A CASA

Una volta a casa, l’animale dovrebbe essere mantenuto in un ambiente caldo, tranquillo e confortevole, evitandogli qualsiasi stimolo esterno: attenzione, quindi, ai bambini o ad altri animali.

Nel caso in cui l’animale abbia subito un intervento ortopedico o a carico della cavità addominale, è opportuno evitare le scale, salti e corse.

Generalmente dopo 24 ore dall’anestesia, l’animale risulta perfettamente sveglio, anche se – in relazione al tipo di anestesia effettuata – talvolta non è così. Per questo motivo è sconsigliato permettere all’animale di uscire da casa da solo, in quanto potrebbe essere ancora un po’ barcollante o non aver ancora recuperato il senso dell’orientamento.

La somministrazione di acqua e di cibo dovrebbe avvenire qualche ora dopo il ritorno a casa.

I giorni successivi, se è stato sottoposto a un intervento chirurgico, l’animale presenterà una ferita, denominata ferita chirurgica, in corrispondenza del punto in cui è stato effettuata l’incisione del bisturi. L’area attorno alla ferita può essere dolorante, pertanto è consigliabile evitare di toccarla, a meno che il veterinario abbia dato istruzioni sul suo trattamento.

Generalmente la ferita chirurgica non richiede particolari attenzioni, tuttavia è raccomandabile riferire al veterinario l’eventuale comparsa di rigonfiamenti, presenza di essudati, sangue o perdita dei punti di sutura.

Talvolta può rendersi necessario l’applicazione di un particolare collare – il collare elisabettiano – per impedire all’animale di leccarsi insistentemente la ferita, rallentando in questo modo il normale processo di cicatrizzazione. 

I punti di sutura, di solito, asportati dal veterinario7/10 giorni dopo l’intervento chirurgico. Nel periodo successivo all’anestesia generale, su giudizio del veterinario, potrebbe rendersi necessaria una terapia antibiotica o antinfiammatoria. 

Spero di aver dato preziosi consigli, comunque fate sempre capo al vostro veterinario di fiducia, che sicuramente sarà preparato in materia.

 

A cura di Alessandro Iozzelli

Istruttore nazionale Csen/Coni e educatore cinofilo di 3° livello nazionale della Federazione Italiana Sport Cinofili

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