Proteinuria: monitoraggio e terapia
8 dicembre 2012
3 min

Proteinuria: monitoraggio e terapia

In quest’articolo dedicato alla proteinuria (la presenza di proteine nelle urine) si affronta il discorso della terapia e della gestione del paziente in corso di malattia renale cronica, sospetta o conclamata.

Per facilitare un corretto approccio preventivo e/o terapeutico occorre, innanzitutto, cercare di stabilire l’entità e la gravità della nefropatia cronica. La stadiazione della malattia renale cronica si basa su parametri specifici (azotemia, proteinuria, pressione sanguigna) e sullo stato del soggetto: 1) stadio I- soggetti non azotemici, possibile presenza di alterazioni renali (ad esempio, un’inadeguata capacità di concentrare le urine, anche per cause extra renali), anormalità rilevate alla palpazione o attraverso la diagnostica per immagini (Rx o ecografia); 2) stadio II – lieve grado di azotemia (1.4-2mg/dl nel cane – 1.6-2.8mg/dl nel gatto) e segni clinici blandi o assenti; 3) stadio III: medio grado di azotemia (2.1-5mg/dl CN/ 2.9-5mg/dl GT) e presenza di segni clinici sistemici; 4) stadio IV- grave azotemia (>5mg/dl) e numerosi segni clinici extra renali.

In base alla suddetta classificazione, l’approccio alla malattia renale cronica è il seguente: 1) monitorare (bassi livelli di proteinuria) – il primo step consiste nel ripetere periodicamente i test per controllare che non ci siano peggioramenti nel corso del tempo in soggetti con nefropatia subclinica stabilizzata; rientrano in questa categoria cani e gatti non-azotemici con microalbuminuria persistente, cani e gatti non-azotemici con proteinuria persistente e valori di PU/CU > 0.5; 2) investigare (livelli più alti) – eseguire ulteriori o nuovi test al fine di evidenziare una patologia sistemica sottostante (infiammazione, infezione, neoplasia) e/o determinare il grado di evoluzione di una malattia renale; in tal caso, si è di fronte a pazienti non-azotemici con microalbuminuria in aumento e non-azotemici con proteinuria renale persistente e PU/CU >1; 3) intervenire (livelli ancora maggiori) – impone una prescrizione dietetica appropriata per proteggere il rene e/o l’uso di farmaci per migliorare lo stato del soggetto e ridurre l’evoluzione della nefropatia. Quest’ultimo step è richiesto in: cani con malattia renale cronica causante azotemia e PU/CU >0.5,
gatti con malattia renale cronica e PU/CU >0.4 e, cani e gatti non-azotemici con PU/CU >2.

La terapia contro l’insufficienza renale cronica presuppone sia l’utilizzo di farmaci sia una dieta controllata: a livello farmacologico l’obiettivo è “proteggere” il rene, ridurre le cause e gli effetti sistemici e metabolici dovuti alla ridotta capacità di filtrazione del rene e preservare il più a lungo possibile le porzioni d’organo non ancora danneggiate. A tal fine, si ricorre a diverse categorie di farmaci: ace-inibitori, benazepril ed enalapril, antiacidi, ranitidina o omeprazolo, e antiemetici, metoclopramide o meropitant o domperidone, citrato di potassio e cloruro, chelanti del fosforo, calcitriolo solo nel cane, eritropoietina. Un ruolo altrettanto fondamentale è, infine, rappresentato dalla dieta che dev’essere costituita da un apporto di proteine controllato e di alta qualità (a tal proposito esistono numerose diete commerciali, studiate per soggetti con insufficienza renale cronica) e da un’integrazione di acidi grassi omega3.

Approfondimenti:

1. Proteinuria: l’arma in più contro le nefropatie.

2. Proteinuria: classificazione

4. Proteinuria: diagnosi

A cura della Clinica Veterinaria Borgarello